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Editoriale Sochi – Innerhofer, dicci come hai fatto!
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11 anni agoon
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RedazioneLe Olimpiadi invernali in corso stanno assumendo tratti sempre più positivi per la nostra spedizione russa. A orario di pranzo arriva la quarta medaglia, quella meno attesa e più difficile da pronosticare: Crithof Innerhofer, dopo l’argento nella discesa libera, conquista anche il bronzo nella supercombinata, terreno divenuto fertile dopo l’argento ai Mondiali di Garmisch nel 2011. Il finanziere di Brunico ha stupito tutti con una rimonta eccitante: inizialmente paga dazio nella discesa con l’ottavo piazzamento, poi recupera cinque posizioni sulla difficile pista di slalom disegnata ad hoc da Ante Kostelic per esaltare le caratteristiche del figlio Ivica, giunto davanti al nostro Inner per soli 34 centesimi. Tutti i favoriti (Pinturault, Ligety e Miller) hanno deluso e sono stati avvisati per il futuro: ci siamo pure noi. Per l’Italia è la terza medaglia in supercombinata dopo l’oro di Josef Polig e l’argento di Gianfranco Martin ad Albertville 1992.
Innerhofer, ebbro di gioia, mostra un pizzico di provincialismo quando ammette: “Non m’importava nulla di questa gara, volevo solo testare il materiale per il SuperG di domenica: credo d’aver allenato lo slalom solo quattro volte negli ultimi due anni”. A dimostrazione che il talento, a dispetto della tecnica, non può essere istruito. C’è o non c’è. Inner ha scoperto di possederne tanto purtroppo a ventinove anni, avesse avuto un’altra mentalità staremmo ora ad affiancarlo ai grandi sciatori della nostra storia. Il grande caldo di Sochi (ieri 16° C, il culmine durante la gara di fondo con gli sciatori partiti in maniche corte) ha scompattato la neve rendendola friabile e grossolana: queste superficie lentissima, dannosa ai velocisti, è stata il jolly di Sandro Viletta, svizzero del cantone dei Grigioni, medaglia d’oro con alle spalle una sola vittoria in Coppa del Mondo, a Beaver Creek nel dicembre 2011.
Infine, le prime pagine dei quotidiani sportivi russi se li prende non Justina Kowalczyk, non Arianna Fontana né la scellerata Christie, bensì Evgeny Plushenko. Il suo ritiro ha shoccato il movimento sportivo di casa, tutti s’aspettavano un suo addio ma non in questi termini. Si è mossa persino la politica col leader del partito liberal-democratico, Zhirinovski, lanciato in un disegno di legge che un bimbo di quarta elementare avrebbe architettato meglio: “Gli atleti russi potranno partecipare al massimo a due Olimpiadi nella loro carriera”. Potrebbe andar bene per un over 30 come lo zar biondo o il leggendario slittinista – 43enne – Albert Demtschenko, prossimo all’addio; andatelo a spiegare con le giuste parole, invece, alla talentuosa quindicenne Yulia Lipnitskaya o al diciottenne Maxim Kovtun che dopo i Giochi di Pyongyang dovranno cercarsi di meglio da fare…
Alessandro Legnazzi (Twitter: @lusciandru)
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