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Editoriale Sochi – La corsa all’oro
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11 anni agoon
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RedazioneQuanto vale l’oro? Quanto può valere una prima posizione ai Giochi olimpici? In termini di gratificazione, non ha prezzo, invece in termini monetari si scopre che alcune Nazionali gli attribuiscono più valore rispetto ad altre. E il quadro che ne esce è emblematico di come i le federazioni asiatiche “affamino” i propri atleti con promesse di cachet succulenti. Il Kazakistan, paese celebre più per i giacimenti di risorse naturali che per il biathlon o lo slittino, paga 183mila euro per una medaglia d’oro (110mila per l’argento e 55mila per il bronzo): nessuno più di loro, nessuno offre più dei magnati kazaki. Dietro troviamo la Lettonia ferma a 141mila euro e, subito dopo, in terza posizione, l’Italia ferma a 140mila per il gradino più alto del podio, scendendo via via a 75mila e 50mila euro. Nella speciale classifica delle Federazioni più prodighe, in quarta posizione c’è la Russia, paese ospitante che non va oltre gli 83mila euro per l’oro.
È evidente che il valore dei premi è inversamente proporzionale alle aspettative di vittoria: aumenta al diminuire delle chance di successo, dacchè desterebbe grosso stupore vedere uno sciatore di Astana o una pattinatrice di Riga gioire sul podio. Decisamente in controtendenza vanno le scelte di Gran Bretagna, Norvegia (al momento prima nel medagliere), Croazia e Svezia: queste Nazionali hanno deciso di non elargire bonus, a Stoccolma ci si giustifica dicendo che gli otto milioni annui d’investimento sulla preparazione degli atleti olimpici sono più che sufficienti. Tuttavia, la palma della simpatia sportiva va alla Corea del Sud, paese che ospiterà le prossime Olimpiadi di Pyeongchang: in alternativa ai tradizionali premi c’è una pensione olimpica di 676, 507 o 355 euro a seconda che venga conquistata la medaglia d’oro, d’argento o di bronzo.
Per l’Italdonne dello short track tira aria di podio dopo essere approdate in finale con Cina, Sud Corea e Canada avendo battuto l’Olanda: martedì, le nostre Arianna Fontana, Martina Valcepina, Elena Viviani e Lucia Peretti tenteranno l’assalto al bronzo, essendo le altre due medaglie campo di battaglia delle asiatiche. Non ce l’ha fatta l’atleta di casa più atteso nel fondo, Federico Pellegrino: il sogno s’interrompe nella semifinale dello sprint, la benzina finisce a pochi colpi di braccia dalla linea del traguardo su d’una salita impervia. “Sono deluso, è una lezione che mi servirà in futuro” commenta mestamente il valdostano. Amareggiato pure Shaun White, lo snowboarder statunitense che non ha potuto vincere il terzo oro olimpico: l’halfpipe incorona il ventisettenne svizzero di origine russe Iouri Podladtchikov e l’incredibile duo giapponese formato da Amuyu Hirano e Taku Hiraoka, rispettivamente 15 e 18 anni.
Alessandro Legnazzi
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