Pagelle Juventus
Editoriale – Stop alle non esultanze, siete ridicoli
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12 anni agoon
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Redazione© foto di Agenzia Liverani
Durante lultima di campionato, tra il pronto riscatto della Juventus e la caduta improvvisa dellInter, tra il trionfo della Lazio nel derby e lennesima prestazione superba della Fiorentina di Montella, abbiamo assistito ad un paio di episodi che non ci hanno fatto emozionare neppure un po. E non parliamo di simulazioni, ne di rigori non dati e neppure di risse in campo. Parliamo di qualcosa di meno pesante, di meno grave, ma comunque fastidioso.
Senza adoperare troppi giri di parole: non ne possiamo proprio più di quei calciatori che non esultano nel momento in cui fanno goal ad una ex squadra. Siamo davvero arrivati ad una situazione stucchevole ed ai limiti del grottesco. Ma possibile mai che ogni settimana, sui campi da calcio nostrani, si debba assistere a scene di questo tipo? Ma cosa passa nella testa di un calciatore che, quando fa goal ad un club per il quale ha giocato in passato, piuttosto che esprimere la propria felicità, mette addirittura le mani in alto scusandosi con il pubblico nemico?
Ma davvero, ieri, in quel di San Siro, Alberto Aquilani, dopo aver siglato la rete del vantaggio, per la Fiorentina contro il Milan, non ha festeggiato? O piuttosto abbiamo sognato? Signori, stiamo parlando di un calciatore che i Della Valle hanno portato a Firenze, dandogli fiducia nonostante i numerosi infortuni, e nonostante i mezzi fallimenti vissuti alla Juventus ed al Milan negli ultimi due campionati. Ma soprattutto stiamo parlando di un calciatore che, lo scorso anno, in rossonero, ha messo assieme appena 23 presenze, molte delle quali da subentrato, e che ha passato buona parte di stagione in panchina per evitare che arrivasse alla quota di 25 presenze che ne avrebbe comportato il riscatto obbligatorio da parte del club di Via Turati. Alla luce di tutto ciò, e considerato tra laltro che per lex Liverpool si trattava dellesordio in viola dal primo minuto, sarebbe stato logico, per Aquilani, dopo aver infilato la porta difesa da Abbiati, impazzire di gioia. Ed invece, il centrocampista, ha preferito strozzare lurlo in goal, esibendo una faccia quasi da funerale. Incredibile, viene da dire.
Scena identica, ieri, si è vista al Ferraris, quando Giandomenico Mesto non ha espresso felicità alcuna nel momento del goal contro la sua ex squadra, il Genoa. Vero è che Mesto ha giocato ben cinque anni in rossoblù, ma dove gioca ora? Al Napoli. Inoltre, è impossibile non farci tornare alla mente le lacrime di quel pomeriggio dello scorso campionato in cui il calcio fu consegnato agli ultras. Ha pensato a quel giorno, Mesto, quando non ha voluto godersi la rete segnata?
Parliamoci chiaro, davvero si vuol credere di dimostrare rispetto allex squadra, agli ex tifosi, non esultando, ed addirittura esibendo gesti quasi di pentimento? Ma qual è il senso del violentare la propria gioia? Calciatori o calciattori? E calcio o commedia, o meglio ancora farsa? Non se ne può più. Nulla contro i sentimenti, è bello che ci siano nel calcio. E, proprio per questo, ci piacerebbe vedere ogni settimana i calciatori impazzire di gioia al momento del goal, sorridere, abbracciare i compagni, correre sotto la curva, portarsi le mani alle orecchie, mimare questo o quel gesto. E poi la non esultanza non rappresenta – quella sì – una mancanza di rispetto nei confronti dei tifosi della squadra per la quale si gioca nel presente?
Per carità, ci possono essere le eccezioni che confermano la regola. Ci può essere chi, dopo anni ed anni vissuti in una determinata squadra, vive emozioni particolari, che non gli consentono di poter vivere al top la situazione del goal. E però, bisogna pensare anche agli attuali tifosi, alla attuale squadra, e soprattutto non vè necessità di esibire sguardi funerei e gesti plateali di scuse.
Parliamo di calcio. Il goal è lessenza del calcio. Ed il goal è felicità, allo stato puro. Basta con le non esultanze. Godete delle vostre reti. Gli ex tifosi, se saranno tifosi, veri, non si offenderanno. Ma capiranno.
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