Pagelle Juventus
Editoriale – Una speranza chiamata El Shaarawy
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12 anni agoon
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RedazioneQuando una storia damore finisce, si dice che si chiude una porta ma può aprirsi un portone; quando è una storia di calcio a finire, può succedere la stessa cosa? Al Milan un ciclo è sicuramente terminato, un certo modo di fare calcio anche, una supremazia monetaria soprattutto. Investire sui giovani è la nuova filosofia presa in prestito da società che la applicano da molto tempo. Investire per raccogliere i frutti nel futuro chiudendo un occhio sul presente. I rossoneri ci stanno provando, la media delletà della squadra si è abbassata ed un ragazzo di venti anni sta trovando un posto fisso da titolare. Questo ragazzo sta ripagando in pieno la fiducia concessagli e sta cercando di sfruttare una di quelle occasioni che non sempre capitano nella vita. Questo ragazzo è Stephan El Shaarawy e con le sue prestazioni ed i suoi gol sta conquistando tutti. Nelle difficoltà ecco la luce di speranza che illumina la via e indica quale sia quella migliore da percorrere. Certo linvestimento non è stato esiguo.
Il suo agente ha da poco dichiarato che lesborso a bilancio è stato di venti milioni di euro in due anni, comprendendo però il cartellino di Merkel. Soldi importanti ma che in una logica commerciale ed economica quale quella che debbono seguire le squadre italiane di questi tempi, se spesi per un ragazzo giovane, fanno rima con ammortamento in tanti anni. Lasciando da parte i numeri con leuro vicino, parliamo di altri numeri più calcistici e che fanno sognare. El Shaarawy ha venti anni, sta giocando il suo secondo campionato ed ha già segnato 6 reti di cui quattro nelle prime giornate di questa stagione. Alla sua età Del Piero aveva segnato 5 gol, 13 dopo i primi due anni di A, Totti zero nelle prime due stagioni ed alletà di Stephan 6, Baggio a venti anni aveva un solo gol allattivo ed i sei li ha raggiunti solo lanno dopo.
Paragoni scomodi e forse ora esagerati, ma se si pensa che il rossonero ha ancora tutta la stagione per incrementare il proprio bottino, la cosa può farsi interessante. Ruoli simili, squadre diverse, passato comune al Padova con Del Piero. Molti paragonano El Shaarawy a Kakà. Forse per la capacità di andare in progressione, forse per leleganza dei movimenti. Il brasiliano, più grande di età di Stephan, nelle prime due stagioni rossonere segnò diciassette reti. E se invece El Shaarawy assomigliasse al primo Pato visto in maglia Milan. Il gol segnato contro il Parma, Kakà non lo avrebbe fatto così, Del Piero nemmeno, Baggio in modo diverso, Totti di potenza. Lo scatto bruciante e la conclusione in scivolata si addicono certamente di più al Papero prima maniera, quello dellesordio con il Napoli, quello che, dopo aver già segnato un grande gol, ad un certo punto meravigliò tutti con unazione sulla destra in cui, con un doppio passo, lasciò di stucco Domizzi per poi concludere in porta.
Il ruolo di El Shaarawy, esterno, seconda punta, a destra, a sinistra, sarà sempre al centro di un dibattito, sarà opinabile per tutti ma non deve esserlo per Allegri. Lallenatore rossonero deve scegliere una posizione e non cambiarla più. Serve unidentità precisa, una costante, perché ragazzi così giovani, per esplodere, hanno assoluto bisogno di certezze e fiducia. Unaltra cosa di cui hanno assoluto bisogno e che il loro fisico non si snaturati, non subisca trasformazioni eccessive perché i paragoni con Pato rimangano fermi al campo e non allinfermeria.
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