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Editoriale Volley Impariamo a dare il benvenuto a tutti i Juantorena
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12 anni agoon
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RedazioneManca solo lufficialità, ma il cubano, naturalizzato italiano, Osmany Juantorena giocherà nel 2013 con la nazionale italiana.
Immancabili, come sempre, si sono alzate le prime polemiche sullopportunità o meno di utilizzare in azzurro un giocatore che di italiano ha sì il passaporto, legalmente acquisito per matrimonio, ma niente di più, essendo nato a Santiago di Cuba e avendo anche vestito già per 75 volte la maglia nella nazionale del suo paese.
Sono sicuro che appena Juantorena avrà aiutato con i suoi colpi e la sua classe lItalia del volley a vincere e, si spera, a portare a casa qualche trofeo, tutti questi critici e detrattori spariranno come neve al sole. Ricordiamo tutti i casi di Josefa Idem, di Fiona May, della stessa Tai Aguero giusto per rimanere nella pallavolo. Tutte atlete accolte con diffidenza e antipatia, salvo esaltarle quando in Italia, e allItalia, hanno portato delle medaglie e trofei importanti.
Fa specie però leggere che anche alcuni futuri compagni di nazionale di Juantorena sarebbero contrari al suo utilizzo in azzurro, tra questi si fanno i nomi (fonte: La Gazzetta dello Sport) di Dragan Travica (croato naturalizzato italiano) e Ivan Zaytsev (nato a Spoleto da genitori russi). Nella nazionale di volley giova ricordare che giocano regolarmente altri ottimi pallavolisti dai cognomi un po esotici, come Michal Lasko (polacco naturalizzato italiano) e in passato Hristo Zlatanov (nato a Sofia e cresciuto in Italia).
Fa strano sentire certe opposizioni, perché il nostro è il paese che esalta la Germania del calcio, dallo spirito multietnico, che schiera i vari Klose, Podolski, Ozil, Khedira ecc. tutti nati da genitori stranieri in Germania, ma anche oltre confine, e tutti riconosciuti come figli della nuova Germania, in quella vecchia alcuni di questi stranieri sappiamo bene come sarebbero finiti
LItalia è il paese che permette a Mario Balotelli, nato a Palermo e cresciuto qui, con un accento bresciano più spiccato di quello di Gigi Maifredi, di avere il passaporto italiano solo al compimento dei diciotto anni, salvo chiamarlo in nazionale poche settimane dopo avere ottenuto il documento ed elevarlo a promessa assoluta del calcio italiano in un amen.
Allora è arrivato il momento di crescere, di accettare che il futuro dellItalia, sportiva e non, è questo e sarà fatto di una nazionale italiana di calcio con un attacco composto da un ragazzo di origini egiziane con un cognome come El Sharaawy che gioca in tandem con un Balotelli, ragazzo di colore di origini ghanesi. Questa situazione non può valere solo quando SuperMario segna due gol alla Germania agli Europei.
Quindi, si dovrà accettare allo stesso modo che un ragazzo cubano con il passaporto italiano abbia tutto il diritto di poter giocare con gli azzurri del volley allenati da Berrutto.
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