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Editoriale Wimbledon – Sabine Lisicki, sulle orme di Steffi Graf
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11 anni agoon
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RedazioneComunque vada sarà ricordata come una fra le più sterili edizioni di Wimbledon degli ultimi trentanni vista la presenza di una sola top ten nelle semifinali del tabellone femminile, Agnieszka Radwanska. La polacca saluta i Championships e il sogno di bissare la finale sul Central Court, merito di Sabine Lisicki anchessa di origini polacche ma nata a Troisdorf. Con questa giocatrice dal fisico poco asciutto e dotata di un gran servizio (qualità ideali per lerba) la Germania torna protagonista duna finale di uno slam dopo quattordici anni di latitanza, ultima fu Steffi Graf proprio a Wimbledon nel 1999 quando perse dalla Davenport per poi annunciare il ritiro dalla vita agonistica.
Graf-Lisicki. Il passato che ritorna nel presente sotto una veste non troppo differente. Se oggi la locomotiva delleconomia europea può permettersi sette ragazze nelle prime cento del ranking Wta gli onori vanno a Barbara Rittner, tennista che non ha vinto un accidente nella sua carriera ma che si sta dimostrando un ottimo coach. I paragoni fra le due tenniste sono appena iniziati ma quel che le accomuna è il dritto, impeccabile quello di Steffi (soprannominata Fräulein Forehand ossia Miss Dritto), in crescita quello di Sabine. Il primo set è stato un allenamento per la tedesca, appena non entrava la prima di servizio della Radwanska ecco che la Lisicki faceva punto approfittando di una seconda morbida, quasi appoggiata.
Poi il black out rende meno incisiva la bionda naturale (la Radwanska è castana ma si è tinta recentemente), Agnieszka aumenta la qualità del servizio senza snaturare il modus operandi, ottiene la bellezza di quattro break consecutivi e porta la disputa al terzo set. Avanti 3-0, la Radwanska subisce uninvoluzione psicologica che non le consente più di giocare, i muscoli delle gambe – incerottate allinverosimile – si fanno meno elastici e la velocità di servizio più bassa. Con un 9-7 di rara visione Sabine Lisicki centra la prima finale slam della carriera, si mette quasi a piangere perché affronterà Marion Bartoli in un match fra pesi massimi. Certi treni vanno presi al volo.
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