Editoriale Inter – Allo Stadium da padroni, bene il Mancio ma ha bisogno di un centrocampista. E quegli 8 punti…

La delusione di Roberto Mancini al termine di Juventus-Inter è musica per le orecchie dei tifosi nerazzurri, abituati per due anni ai mugugni di Walter Mazzarri. Lo jesino ha intravisto la possibilità di sorprendere la Vecchia Signora e di portare a casa un successo che avrebbe dato un forte impulso a tutto l’ambiente, e ha ammesso il suo rammarico dopo la gara: un atteggiamento da vincente, anni luce dal tecnico di San Vincenzo, che si sarebbe accontentato del punticino.

L’Inter ha mantenuto una mentalità e una condotta costanti per tutti i 90 minuti, è forse la prima volta nell’intera stagione: non ha rinunciato a giocare nel primo tempo a fronte di una Juventus oggettivamente più in palla e con maggiore qualità, non si è intimorita dopo il gol di Tevez, ha tenuto la testa sempre alta.

E questo comportamento ha pagato nella ripresa, quando il Mancio ha rimescolato le carte e la Beneamata è diventata padrona del campo, mettendo in crisi la Juve dominatrice delle ultime tre stagioni.

Non parliamo di svolta: la difesa ha mostrato ancora una volta lacune imperdonabili, la stellina Kovacic non si è vista se non al momento dell’espulsione, il nervosismo tra Osvaldo e Icardi fa sottintendere che l’italoargentino è scocciato dalle tante panchine, e soprattutto la Lazio e il Santo Graal del terzo posto sono distanti ora 8 punti, una enormità.

Ma i segnali ci sono tutti, a cominciare dall’ottima prestazione di Fredy Guarin, che dopo i fischi di San Siro ha sfoderato una prestazione con i controfiocchi, sia in fase offensiva che in fase di contenimento, e dall’ottimo approccio alla partita di Lukas Podolski.

Decisivo sarà il mercato, che ha visto Mancini finora protagonista: oltre a Shaqiri serve un centrocampista, Medel e Kuzmanovic hanno mostrato tutti i loro limiti anche a Torino.