Kovacic, gol alla Zidane: un futuro Pallone d’Oro, a patto che non giochi fuori ruolo

Un lampo che ha folgorato San Siro: la prodezza di Mateo Kovacic al 21esimo del secondo tempo ha scosso l’Inter e galvanizzato il croato, ed è stata la chiave della rimonta nerazzurra dopo i primi 45’ da incubo.

Abortito lo sciagurato 4-3-3 iniziale, Mancini è tornato sui suoi passi e ha riportato Kovacic sulla trequarti, ruolo sempre più congeniale al talento di Linz, dotato di una visione di gioco fuori dal comune. Non a caso, dopo un primo tempo passato a nascondersi, il croato ha preso per mano l’Inter e l’ha portata fino al 2-2.

Il 2015 della Beneamata deve ripartire da questo fuoriclasse a intermittenza, con la stoffa da Pallone d’Oro. E proprio il magnifico gol alla Lazio può dargli fiducia e rappresentare la svolta della sua esperienza nerazzurra, finora caratterizzata dalla troppa discontinuità. A patto che non giochi, come gli capita troppo spesso per capriccio dell’allenatore, Mancini o Mazzarri che sia, fuori ruolo.

“È stato il gol più bello della mia carriera – ha ammesso al termine della sfida – ma non siamo sicuramente contenti per come è andata la partita anche se alla fine abbiamo guadagnato un punto dopo una gara difficile. Ad inizio gara purtroppo ci è mancata la corsa e la cattiveria, mentre la Lazio è entrata fin da subito meglio in partita e se poi prendi 2 gol diventa tutto più difficile. Così non si può pensare al terzo posto perché manca sempre qualcosa. A noi manca ancora qualcosa e dobbiamo provare a vincere sempre e non una partita sì e una partita no come fatto fino ad oggi”.