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Editoriale – Di Matteo, su col morale, Abramovich è meglio perderlo che trovarlo
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12 anni agoon
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Redazione© foto di Agenzia Liverani
E alla fine è successo quello che tutti pensavano che prima o poi sarebbe capitato. Il 3 a 0 incassato dalla Juventus ha spazato via un 2011 incredibile, il Chelsea ha esonerato Roberto Di Matteo. Probabilmente Roman Abramovich avrebbe voluto farlo già nella passata stagione, ma la supervittoria di Stamford Bridge contro il Napoli (4 a 1 dopo il 3 a 1 subito al San Paolo) bloccò tutto. A quel tempo non si sarebbe nemmeno parlato di licenziamento, ma semplicemente di una normalissima nomina di un primo allenatore nuovo al posto di Andrè Villas Boas, con l’italiano sempre confermato nel ruolo di vice. E invece le stelle del 14 marzo decisero per uno scenario diverso.
Napoli ribaltato come un calzino nella notte di Champions più importante e Chelsea mina vagante d’Europa. Poi il Benfica, l’eliminazione ai danni del Barcellona, la finale contro il Bayern Monaco in casa dei tedeschi, il pareggio quasi allo scadere di Drogba, il rigore nei supplementari causato da Drogba, l’errore di Robben, il penalty di Drogba (l’ivoriano protagonista assoluto)… E Terry che alza la coppa in tribuna, Bosingwa uomo ovunque nei festeggiamenti. Ma soprattutto Roman che ride e abbraccia Di Matteo, l’unico allenatore che è riuscito a regalargli il trofeo che più ha inseguito da quando è entrato nel calcio.
A quel punto l’unica cosa da fare era confermare Di Matteo. Che però non è un personaggio come Rafa Benitez. Nè come Josep Guardiola, che a fine stagione ha deciso di lasciare il Barcellona, alimentando il mercato degli allenatori, tema sempre caro ad Abramovich. Ma come liberarsi di Di Matteo senza sembrare malati di mente? Il piano era già pronto: tenerlo, comprare grandi giocatori, e poi, alla prima avvisaglia, dargli il ben servito. Del resto chi è Di Matteo al cospetto di Pep? Uno come tanti, per il magnate russo (che di calcio non ne capisce molto), un grande allenatore, per noi.
Ora il Chelsea deve trovare una nuova guida e ricominciare parzialmente da 0. Probabile che Abramovich tenti il tutto per tutto con Guardiola; ancor più probabile che la scelta definitiva ricada su Rafa Benitez. E Di Matteo? Di Matteo ha commesso un grave errore in estate: avrebbe dovuto lasciare la nave da vincitore e dare una lezione di stile al viziato Presidente. Chissà quante offerte comunque vantaggiose avrebbe ricevuto appena dopo l’impresa. Adesso invece gli ha offerto validi motivi per allontanarlo, ed oltre all’allenatore della prima Champions League della storia del Chelsea, potrebbe anche essere ricordato come la causa principale della prematura eliminazione nell’anno della difesa del titolo. Peccato, è veramente un peccato, sarebbe stato bello vedere un tecnico italiano lottare al Mondiale per Club. Ma la carriera di Di Matteo è appena all’inizio, e speriamo per lui che non si trovi più un Abramovich tra le ruote.
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