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Editoriale El Shaarawy meglio di Balotelli
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12 anni agoon
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RedazioneMancava solo la rete in Nazionale a Stephan El Shaarawy: è arrivata ieri nella sconfitta dell’Italia contro la Francia, a corredo di una prestazione parecchio confortante. Il Faraone si conferma sempre più ad alti livelli. E chi pensava ad un bluff, ad un semplice periodo fortunato, deve cominciare a ricredersi. L’evidenza dei fatti, del resto, conta più di qualunque altra teoria. Ed i fatti parlano di un calciatore con evidenti margini di miglioramento, ma già capace di decidere le partite, senza distinzione di importanza. Se ci fermiamo un attimo a ricordare che parliamo di un classe 1992, alla seconda stagione in Serie A, ed alla prima da titolare, ci rendiamo conto che le nostre certezze possono percorrere un’unica strada: quella che porta a considerare El Shaarawy il più grande punto fermo della nazionale del futuro ma anche del presente. Più ancora di Balotelli, rispetto al quale ha dimostrato, sin da subito, una maturità non comune ad un ragazzo di vent’anni, bravo sul campo da gioco ed anche fuori, con addosso l’umiltà che solo i più grandi hanno saputo far propria.
Ecco perché Cesare Prandelli fa bene ad insistere su El Shaarawy, su questo attaccante che addosso pare avere l’argento vivo, con un insospettabile fiuto del goal che l’ha finora portato a segnare, tra Milan e nazionale, qualcosa come 10 reti in 19 partite, per una media goal da primo della classe. Inoltre, vietato sottovalutare l’importanza di El Shaarawy nella triste stagione del Milan, dove lui, molto più di chiunque altro, ha tolto le castagne del fuoco ad Allegri, caricandosi sulle spalle una squadra spesso spaesata e demotivata. L’entusiasmo misto alla classe possono tantissimo. Credere in El Shaarawy non è auspicabile: è semplicemente un dovere.
Mancava solo la rete in Nazionale a Stephan El Shaarawy: è arrivata ieri nella sconfitta dell’Italia contro la Francia, a corredo di una prestazione parecchio confortante. Il Faraone si conferma sempre più ad alti livelli. E chi pensava ad un bluff, ad un semplice periodo fortunato, deve cominciare a ricredersi. L’evidenza dei fatti, del resto, conta più di qualunque altra teoria. Ed i fatti parlano di un calciatore con evidenti margini di miglioramento, ma già capace di decidere le partite, senza distinzione di importanza. Se ci fermiamo un attimo a ricordare che parliamo di un classe 1992, alla seconda stagione in Serie A, ed alla prima da titolare, ci rendiamo conto che le nostre certezze possono percorrere un’unica strada: quella che porta a considerare El Shaarawy il più grande punto fermo della nazionale del futuro ma anche del presente. Più ancora di Balotelli, rispetto al quale ha dimostrato, sin da subito, una maturità non comune ad un ragazzo di vent’anni, bravo sul campo da gioco ed anche fuori, con addosso l’umiltà che solo i più grandi hanno saputo far propria. Ecco perché Cesare Prandelli fa bene ad insistere su El Shaarawy, su questo attaccante che addosso pare avere l’argento vivo, con un insospettabile fiuto del goal che l’ha finora portato a segnare, tra Milan e nazionale, qualcosa come 10 reti in 19 partite, per una media goal da primo della classe. Inoltre, vietato sottovalutare l’importanza di El Shaarawy nella triste stagione del Milan, dove lui, molto più di chiunque altro, ha tolto le castagne del fuoco ad Allegri, caricandosi sulle spalle una squadra spesso spaesata e demotivata. L’entusiasmo misto alla classe possono tantissimo. Credere in El Shaarawy non è auspicabile: è semplicemente un dovere.
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