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Editoriale – I tormenti del tifoso del Palermo
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12 anni agoon
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RedazionePer i tifosi del Palermo la partita col Cagliari è molto più che la gara danticipo della terza giornata del campionato: ne costituisce il primo, autentico bivio. E ci si arriva con la tremarella addosso, se persino uno come Miccoli in conferenza stampa ammette, con tutta lamarezza e la delusione del caso: Il nostro obiettivo di questanno è la salvezza.
Le sue parole, che giungono peraltro dal Capitano e da uno che difficilmente si smonta, sembrano confermare i timori in casa rosanero, acuiti peraltro dallappello pubblico a mezzo stampa con tanto di lettera aperta accorata del presidente Zamparini, e anche questa è una novità, ad avere pazienza (sic!) ed a stringersi tutti insieme intorno alla squadra. Neanche fossimo allultima di campionato. Forse si esagera col pessimismo.
Sannino è comunque sulla graticola, cè poco da discutere. In altri tempi probabilmente sarebbe già saltato. Lo Zamparini di appena un paio danni fa (i tre allenatori dello scorsa stagione non fanno testo: per ragioni diverse, erano tutti lowcost) sarebbe già intervenuto contattando qualcuno dei tecnici a spasso a lui graditi (non Rossi e Ballardini, forse Reia). Oggi no. La situazione economica generale, e non solo in casa rosanero, è pesante e scoraggia colpi di testa.
Sannino è persona seria. E da allenatore cosciente, è onesto nellammettere di non essere fin qui riuscito a creare una squadra, di non aver mai avuto in passato dei campioni e di aver sempre ottenuto i risultati col duro lavoro di ragazzi che volevano migliorarsi per salire di categoria sapendo che lunico modo per riuscirci era di aiutarsi lun laltro soffrendo insieme. Unimplicita ammissione che questo organico è carente di valori importanti come lo spirito di corpo, la capacità di sacrificarsi e lumiltà da provinciale? E probabile.
Scoraggia però, Sannino, quando dichiara faccio fatica e capire quale è la migliore via per cercare di mettere in campo una squadra che abbia i connotati dellaggressività. E qui sembra dar corpo alle ragioni degli accusatori cui si oppongono, con pari veemenza, quelle dei difensori, propensi a chieder conto piuttosto alla società, in un palleggiamento di responsabilità su cui, grazie alla pausa del campionato, è forse utile riflettere, interpretando argomenti ed umori di entrambe le fazioni, utilizzando lo schema retorico di un immaginario monologo interiore del tifoso tormentato, in bilico tra fiducia e scoramento, assai perplesso tra circostanze aggravanti, attenuanti ed esimenti.
Accusa uno. Malgrado tre mesi tra ritiro e preparazione la squadra è totalmente priva di un gioco efficace. Vero. Però al povero Sannino è venuto a mancare Brienza, lunico giocatore da lui fortemente voluto per la capacità di trasmettere ai compagni i suoi dettami tattici, oltreché in possesso di doti tecniche ed umane e persino dellentusiasmo indispensabile a risollevare un gruppo piuttosto abbacchiato dai postumi dellultima stagione. Brienza si è rotto a metà del primo tempo della partita col Napoli, sullo 0-0, e dalla sua uscita dal campo il Palermo non ci ha capito più nulla. Ma può un trainer delegare tutto ad un singolo giocatore? Certo che no, fossanche un fuoriclasse. Altrimenti, lui che ci sta a fare? Comunque, non è stato fortunato. Lunico indispensabile, gli è venuto meno subito.
Sannino, gli si rimprovera, è un fautore del 4-4-2 e vuole metterlo in pratica a tutti i costi malgrado non ne abbia gli interpreti. Non è così. Col Napoli, ad esempio, ha schierato la difesa a tre con una improponibile copertura soprattutto sulla fascia sinistra, dove gli azzurri hanno stravinto il match. Ha cambiato, dunque. Con risultati comunque negativi. Quindi semmai, il problema è di non aver trovato unidentità tattica unica, generando confusione. E le sostituzioni a partita in corso, unite a quelle non effettuate ed alle scelte di partenza, sono state spesso accompagnate dalla disapprovazione generale.
Sannino, gli si riconosce, è un mago della difesa e la cura con estrema attenzione. Abbiamo chiuso con le goleade subite! proclamò entusiasta Zamparini. A smentirlo, ecco serviti due mortificanti 3-0. Non privi però di fondate attenuanti. Nellincontro con gli azzurri cera un rigore grosso quanto una casa e se fosse stato assegnato la gara poteva senza dubbio cambiare. Fino al primo gol subito, il Palermo non aveva sbandato in maniera paurosa. Vero, ma non aveva neanche tirato quasi mai in porta. Infine, Napoli e Lazio sono squadre assai più rodate avendo già sostenuto incontri ufficiali e, obiettivamente, dotate di organici molto più robusti e qualitativamente migliori di quello rosanero. E corretto riconoscerlo.
Lorganico, appunto. Come si possono pretendere risultati dopo un mercato nel quale sono andati via i più quotati (Silvestre, Balzaretti, Migliaccio su tutti) e gli eventuali rimpiazzi contattati non sono stati ingaggiati, generando nella piazza la sgradevole sensazione della presa in giro? Come puntare alle zone alte quando è stata rilevata in blocco la difesa del Novara retrocesso (Ujkani, Garcia e Morganella)? E che colpa ha il tecnico campano se i vari Donati e Rios (per non parlare del desaparecido Hernandez e di Ilicic), ovvero quelli da cui ci si aspetta di più in termini di fosforo e mercurio, sono attualmente fuori forma? Giusto, però Sannino è abituato a celebrare le nozze coi fichi secchi e per questo, spiace dirlo, è stato preso. Due giocatori ha poi chiesto e quelli, almeno. li ha avuti: il pluricitato Brienza e Giorgi. Inoltre, chi ha schierato un Von Bergen, appena arrivato, e un Cetto, sul piede di partenza, al centro della difesa, vanificando peraltro la scelta societaria, che poteva costar caro con la retrocessione, di sacrificare tutto il girone di ritorno alla valorizzazione ed allesame di giovani presunti talenti come Milanovich, Labrin e soci in vista di un eventuale conferma per lattuale stagione? Che senso ha avuto trattenerli per non puntare su di loro? Al contrario, si cede loggetto sconosciuto Mehmeti e questi realizza una tripletta col Novara (serie B, ma pur sempre una tripletta). Vazquez va al Rayo Vallecano, zone alte della Liga, e viene schierato subito titolare. Sono tutte operazioni che generano sconcerto nella tifoseria e, quando i risultati non arrivano, diventano macigni difficili da sopportare.
I giovani, si è detto in città, ecco il problema: il Palermo ha una rosa implume e pecca di esperienza. Ma quando mai! La squadra dellanno della finale di Coppa Italia (e del 0-7), semmai, era una squadra-baby, incosciente ma brillante, alla quale perdonare errori di gioventù, non certo questa. Brienza, Cetto, Barreto, Donati, Rios, Miccoli, von Bergen, Mantovani, Budan, Benussi non sono forse tutti trentenni o giù di lì? Mentre i ventenni Milanovic, Labrin, Viola (acquistato con un anno di anticipo e presentato come il regista del futuro) stanno a guardare. Kurtic e il ragazzino Dybala, grande talento annunciato, hanno avuto qualche opportunità in più: si aspettano conferme.
Argomento finale consolatorio: Sannino è abituato a lottare e ci condurrà alla salvezza. Speriamolo, ma bisognerà abituarsi agli alti e bassi. Lanno scorso il Siena finì si davanti al Palermo, ma per tutto demerito dei rosanero che crollarono nel girone di ritorno. Inoltre, fece spesso lelastico, stazionando entro o ai margini della zona retrocessione prima del colpo di reni finale coinciso con lesplosione di Destro. Quindi calma e sangue freddo.
Lesito del derby delle Isole chiarirà molti dubbi (anche per il Cagliari, sia chiaro) e chissà che, in caso di vittoria rosanero, non tocchi a Sannino scendere dalla graticola per cedere il posto a Ficcadenti Sabato prossimo ne sapremo di più.
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