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Editoriale Palermo – A Milano, ennesima occasione sfumata
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12 anni agoon
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RedazioneCadono le braccia. Cè poco da aggiungere. Il Palermo per la terza volta nelle ultime quattro partite, si suicida e consegna la partita allavversario con clamorosi interventi scriteriati in serie (Bologna) ed autogol più o meno fortuiti (Verona e Inter). Un film già visto, da galleria degli orrori, che si replica praticamente dalla prima di campionato. La catena delle ingenuità e degli errori rosanero ha raggiunto al Meazza lacme con quella incomprensibile scivolata di Garcia, solissimo, che ha diretto in fondo alla rete una palla che più innocua non si può. Di più, lha proprio deviata, quasi volontariamente si potrebbe malignare: roba da ufficio inchieste se uscisse fuori qualche sospetto di combine. Di questo passo non si va da nessuna parte e la salvezza, per restare in stretto ambito sportivo, diventa una chimera.
E difficile spiegare certe autoreti come quella di domenica. Ingenuità, inadeguatezza, pochezza tecnica, fondamentali carenti. Sfortuna? No. Ogni tanto capita dinciampare, nel cammino di una squadra. Ma se questo avviene con cronometrica precisione e con protagonisti diversi, il tema della scarsa, o inesistente, comunicazione tra portiere e difensori va affrontato: è ricorrente dallinizio del campionato ed è costata fior di punti, tanto che non è esagerato indicarla come la ragione principale del torneo negativo dei rosanero (il modestissimo livello qualitativo dellorganico essendone al tempo stesso causa ed effetto). Sia lestremo che i difensori di movimento sono oggettivamente e per diverse ragioni, spiace dirlo, scarsi. E questo è il punto di partenza.
Ciò posto, il dilemma è se i marcatori entrano in stato dansia perché non si fidano di Ujkani, come sembrerebbe confermare che tutti a turno (persino il veterano Donati), hanno impiattato frittatone colossali. Ovvero se sia il portiere incapace di dirigere e suggerire i movimenti giusti ai compagni di reparto, ad esempio non chiamando la palla o ritornando sui suoi passi dopo aver accennato alluscita. Purtroppo il cambio tra Ujkani e Benussi non ha prodotto i risultati invocati dai tifosi, anche se al secondo sarebbe opportuno concedere unaltra occasione. Fermo restando che a gennaio non sarebbe affatto male rivoltare lintero reparto con un paio di titolari di ben altro livello!
Peccato. Peccato davvero. Perché stavolta Gasperini aveva azzeccato tutto o quasi, impostando una gara di contenimento intelligente ed elastico. Privo di Donati e Miccoli, ovvero i suoi elementi di maggior carisma, con Brienza e Ilicic sacrificati in copertura, ha schierato una squadra compatta, dove tutti si sono applicati con scrupolo per portare a casa lobiettivo minimo del punticino che avrebbe fatto classifica e morale. Ma senza alzare le barricate e non rinunciando ad offendere, anche se la manovra si bloccava, come spesso accade, al limite dellultimo passaggio. Non ha dovuto neanche sforzarsi troppo, al cospetto di unInter dimessa, come sovente le capita in versione casalinga, tanto da costringere Stramaccioni a rinunciare ad un certo punto a due mostri sacri come Zanetti e Milito nel tentativo (vano) di smuovere un po i suoi da una certa apatia.
La partita sembrava incanalata sullovvio nulla di fatto e semmai erano i tifosi rosanero ad accarezzare il sogno del colpaccio, considerato che squadre del loro stesso livello come Siena, Cagliari e Parma al Meazza avevano pure segnato. E invece, Ujkani e soci hanno tirato fuori dal cilindro un autogol grottesco come quello a vanificare tutto. Peccato. Peccato davvero.
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