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Editoriale Palermo – Ad ognuno il suo ruolo
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12 anni agoon
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RedazioneCè poco da stare allegri. Ieri a Roma, il Palermo ha toccato il fondo. Ha regalato la partita ai giallorossi senza neanche combattere, anzi offrendo agli avversari su un piatto dargento le occasioni per passare e dirigere lincontro a proprio favore. La cosa peggiore da fare è deprimersi o sentirsi già retrocessi atteggiamento non soltanto pericoloso, bensì autolesionistico, ad appena un quarto di torneo ma certo è che se si vince una sola volta in 11 gare, non si scala la classifica e non si va da nessuna parte. Con Ballardini e Rossi il Palermo collezionò fior di campionati proprio grazie alla capacità di incamerare i tre punti, ammortizzando gli effetti negativi delle altrettanto frequenti sconfitte: alla fine, il saldo era comunque attivo. Adesso non è più così, almeno dal girone di ritorno del precedente torneo, il Palermo non sa proprio più vincere.
La filippica di Gasperini contro i propri giocatori nelle interviste del dopogara non è infondata, ma suscita perplessità. Al tecnico piemontese abbiamo tutti riconosciuto la capacità di dotare la squadra di un anima e di un gioco, nonostante un materiale non proprio di primissima qualità. Così come abbiamo in molti rimproverato alcune scelte iniziali e la gestione dei cambi a gara in corso. Anche su queste colonne, in tempi non sospetti (col senno di poi è facile giudicare), avanzammo più di una riserva su uomini e moduli.Perciò è corretto che lallenatore stavolta salga per così dire su banco degli imputati e si prenda la sua razione di rimproveri. Considerando che un giorno di straordinaria follia (calcistica) ci può stare.
Tutta la squadra, ieri, è apparse disegnata in modo scriteriato e con troppi giocatori fuori ruolo. Pisano, ex speranza del calcio nazionale e destro naturale, è stato schierato a sinistra con effetti tanto deludenti da imporre la sostituzione (e questa di bruciarsi subito i cambi è unaltra pecca ricorrente). Kurtic, centrale di centrocampo, emarginato al contrario sullout. La sbandierata interscambiabilità tra Garcia e Mantovani sulla corsia di sinistra labbiamo già criticata nelleditoriale di presentazione. Siamo daccordo soltanto se laffermazione del tecnico aveva un unico senso: ritenerli entrambi inadeguati! Mantovani ha costruito la sua carriera come marcatore e non ha la gamba del fluidificante (tantè che quando è stato schierato da quel lato, quasi per disperazione, non ha mai fornito prestazioni allaltezza): ieri, in una difesa demergenza, nella quale poteva dare un contributo desperienza paragonabile allassente Donati, è finito tra le riserve. Per far posto a chi? A Garcia, podista volenteroso e grezzo. Che ci faceva largentino al centro della difesa, con Mantovani, Labrin, Milanovic, ben tre stopper di ruolo, a scaldare la panca? Incomprensibile. Illogico. Non è che con la riuscita dellesperimento Donati, ora Gasperini pensa di dover cambiare ruolo a tutto lorganico? Il dubbio è lecito. Ma il materiale umano non gli consente voli pindarici che preludono a clamorosi tonfi.
Questi sono errori strutturali a suo carico, difficili da contestare. Poi, se molti elementi della rosa non sono da serie A, se Muñoz e Ujkani si scontrano tra loro lasciando libero lavversario, se Morganella corre a vuoto e copre male, se Rios, presentato come un fenomeno di concretezza e di animus pugnandi, è rimasto in Sudamerica ed ha spedito in Europa la sua controfigura (ma allora: perché schierarlo?), se Dybala è considerato troppo giovane e Budan troppo vecchio (ed intanto Miccoli sè rotto
) , eccetera eccetera, la colpa non è di Gasperini. Non soltanto sua, almeno. Per il resto, però, si. E sarebbe cosa buona e giusta ammetterlo..
Cè poco da stare allegri. Ieri a Roma, il Palermo ha toccato il fondo. Ha regalato la partita ai giallorossi senza neanche combattere, anzi offrendo agli avversari su un piatto dargento le occasioni per passare e dirigere lincontro a proprio favore. La cosa peggiore da fare è deprimersi o sentirsi già retrocessi atteggiamento non soltanto pericoloso, bensì autolesionistico, ad appena un quarto di torneo ma certo è che se si vince una sola volta in 11 gare, non si scala la classifica e non si va da nessuna parte. Con Ballardini e Rossi il Palermo collezionò fior di campionati proprio grazie alla capacità di incamerare i tre punti, ammortizzando gli effetti negativi delle altrettanto frequenti sconfitte: alla fine, il saldo era comunque attivo. Adesso non è più così, almeno dal girone di ritorno del precedente torneo, il Palermo non sa proprio più vincere.
La filippica di Gasperini contro i propri giocatori nelle interviste del dopogara non è infondata, ma suscita perplessità. Al tecnico piemontese abbiamo tutti riconosciuto la capacità di dotare la squadra di un anima e di un gioco, nonostante un materiale non proprio di primissima qualità. Così come abbiamo in molti rimproverato alcune scelte iniziali e la gestione dei cambi a gara in corso. Anche su queste colonne, in tempi non sospetti (col senno di poi è facile giudicare), avanzammo più di una riserva su uomini e moduli.
Perciò è corretto che lallenatore stavolta salga per così dire su banco degli imputati e si prenda la sua razione di rimproveri. Considerando che un giorno di straordinaria follia (calcistica) ci può stare.
Tutta la squadra, ieri, è apparse disegnata in modo scriteriato e con troppi giocatori fuori ruolo. Pisano, ex speranza del calcio nazionale e destro naturale, è stato schierato a sinistra con effetti tanto deludenti da imporre la sostituzione (e questa di bruciarsi subito i cambi è unaltra pecca ricorrente). Kurtic, centrale di centrocampo, emarginato al contrario sullout. La sbandierata interscambiabilità tra Garcia e Mantovani sulla corsia di sinistra labbiamo già criticata nelleditoriale di presentazione. Siamo daccordo soltanto se laffermazione del tecnico aveva un unico senso: ritenerli entrambi inadeguati! Mantovani ha costruito la sua carriera come marcatore e non ha la gamba del fluidificante (tantè che quando è stato schierato da quel lato, quasi per disperazione, non ha mai fornito prestazioni allaltezza): ieri, in una difesa demergenza, nella quale poteva dare un contributo desperienza paragonabile allassente Donati, è finito tra le riserve. Per far posto a chi? A Garcia, podista volenteroso e grezzo. Che ci faceva largentino al centro della difesa, con Mantovani, Labrin, Milanovic, ben tre stopper di ruolo, a scaldare la panca? Incomprensibile. Illogico. Non è che con la riuscita dellesperimento Donati, ora Gasperini pensa di dover cambiare ruolo a tutto lorganico? Il dubbio è lecito. Ma il materiale umano non gli consente voli pindarici che preludono a clamorosi tonfi.
Questi sono errori strutturali a suo carico, difficili da contestare. Poi, se molti elementi della rosa non sono da serie A, se Muñoz e Ujkani si scontrano tra loro lasciando libero lavversario, se Morganella corre a vuoto e copre male, se Rios, presentato come un fenomeno di concretezza e di animus pugnandi, è rimasto in Sudamerica ed ha spedito in Europa la sua controfigura (ma allora: perché schierarlo?), se Dybala è considerato troppo giovane e Budan troppo vecchio (ed intanto Miccoli sè rotto ) , eccetera eccetera, la colpa non è di Gasperini. Non soltanto sua, almeno. Per il resto, però, si. E sarebbe cosa buona e giusta ammetterlo..
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