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Editoriale Palermo – Di buono soltanto il risultato
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11 anni agoon
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RedazioneUna vittoria preziosissima, ancorchè poco meritata. Arrivano tre punti e sono sette in tre partite: media inglese rispettata, il che vuol dire promozione. Avanti tutta per i risultati. Ma per il gioco cè ancora moltissimo da lavorare.
Prova incolore, che ha irritato a tratti il pubblico del Barbera. Il gol lampo non ha condizionato i rosanero, che infatti nei primi 20 minuti hanno dominato per poi crollare decisamente e lasciare liniziativa agli adriatici lungo tutto larco della gara. Gli uomini di Marino hanno messo alla frusta il Palermo, preso due pali, segnato un gol apparso ai più regolare: avrebbero meritato quanto meno il pareggio eppure vanno via a mani vuote. Succede spesso, nel calcio.
A Iachini mancavano alcuni titolari e sostituti importanti, impegnati con le varie nazionali, come Hernandez, Andelkovic ed i due giovani rampanti Verre e Belotti, che ultimamente gli avevano tolto qualche castangna dal fuoco a livello tattico e realizzativo. Senza lex romanista, lunico perito in geometrie, il centrocampo ha sofferto, con i due incontristi, Barreto e Bolzoni, che hanno dimostrato per lennesima volta di possedere abnegazione ma neppure quel minimo di capacità organizzativa e di costruzione del gioco che, per la posizione in campo, sarebbe loro richiesta.
Gli schemi dovrebbero prescindere dalla loro continua chiamata in causa in fase dimpostazione, privilegiando semmai gli sbocchi esterni e le improvvise verticalizzazioni. Il che è invece mancato, anche per levanescenza di Stevanovic: a sua parziale scusante, i continui spostamenti di ruolo che ingenerano confusione e non gli permettono di mettere a frutto le proprie doti tecniche. Meglio avrebbe fatto Iachini a pensare a soluzioni alternative.
Iachini appunto. Finora aveva convinto, soprattutto nella gestione in corso delle partite. Domenica sera no. Ha atteso fino al 57 per effettuare la prima sostituzione, malgrado la squadra dimostrasse di averne insopprimibile bisogno. Gli inserimenti di Ngoy (per lo spento Stevanovic) e di Malele (per un Lafferty oggi un po nervoso) non hanno apportato migliorie significative: fortunatamente il Pescara non ne aveva più ed è sembrato in crisi di fiducia per gli episodi a lui tutti sfavorevoli.
Altrimenti sarebbero stati dolori. Positiva invece la scelta di Milanovic, determinata anche dalle assenze: il serbo sè scrollato di dosso la ruggine di tanta panchina, ha risposto bene, pur nellambito di una difesa che a tre o a quattro o, come nel finale, a cinque – continua a non convincere negli interpreti e negli schemi, malgrado il gol decisivo di Muñoz, con Terzi molto al di sotto delle aspettative e Sorrentino che alterna paratone a pericolose amnesie. Ma lo si è detto: cè ancora molto da lavorare.
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