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Editoriale Palermo – E finalmente arrivò “mago” Gasp
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12 anni agoon
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RedazioneAccendere la scintilla: è limperativo categorico che Gian Piero Gasperini ha più volte ripetuto nellincontro di presentazione odierno allHotel Visconti di Milano quale nuovo allenatore del Palermo. Si riferiva allurgenza di riportare voglia ed entusiasmo in una squadra finora priva di unidentità e di quellanimus pugnandi necessario per muovere la classifica ed andare avanti in campionato. Cera anche Perinetti, il ds la cui posizione, malgrado le rassicurazioni del vertice societario, pare adesso non proprio saldissima.
Gasperini dirigerà gli allenamenti oggi stesso a Brescia, dove i rosanero sono intanto in ritiro per la delicatissima gara con lAtalanta. Se gli uomini a disposizione glielo permetteranno, professerà il 3-4-3. Sostituisce Sannino, defenestrato e che però, ieri sera in collegamento telefonico con varie tv locali, ha voluto salutare e ringraziare tutti, città (per laccoglienza), tifosi (per il calore) e presidente (per la lauta prebenda che continuerà a versargli: ma questo non lha detto), rifiutandosi tuttavia di rispondere ad alcuna domanda.
La carriera di allenatore di Gasperini è nota. Inizio nelle giovanili della Juventus e poi prime squadre con Crotone (promozione), Genova (promozione e Champions sfiorata), dove si è segnalato per il gioco propositivo e spumeggiante, ed Inter (peggior trainer nerazzurro di sempre: 1 punto in 5 partite!). Si tratta del 18^ tecnico chiamato da Zamparini a Palermo in un decennio. Contatti tra i due ci furono anche in passato, ma sinterruppero bruscamente per una certa rigidezza di posizioni da parte di entrambi. E lecito perciò qualche dubbio sulle possibilità di riuscita dellunione, benchè gli scenari siano nel frattempo profondamente mutati.
Zamparini definì Gasperini presuntuoso ovvero tra gli oltranzisti da lui detestati perché convinti daver inventato il calcio e perciò refrattari ad ogni consiglio esterno ma ora, alla luce dellinfelice parentesi interista, spera di ritrovarselo più umile. Per averlo ha investito una somma importante, ma si consola: Meglio spendere 1,5 milioni per un allenatore, che perderne 40 retrocedendo in B. Molto saggio, ma non poteva pensarci prima?
Il trainer piemontese, da parte sua, ha necessità di rilanciarsi e, ad ogni buon conto, si dice che abbia preteso una clausola contrattuale onerosa in caso di esonero anticipato.
Gasperini è un ex e sè dichiarato entusiasta di tornare nella città che lo lanciò nel calcio professionistico e in cui militò per cinque anni, dal 1978 all83, segnando 11 reti in 128 gare. Chi ha mezzo secolo di vita sul groppone, lo ricorda come un giocatore estroso ma difficile da collocare come tutti i numeri 10 (mezzala o rifinitore?), finché Mimmo Renna non lo mise allala destra a comporre con il povero Gianni De Rosa (capocannoniere) e il folletto Montesano (il popopolarissimo bugia) il tridente offensivo più forte di quel campionato di B che il Palermo gettò alle ortiche proprio sul filo di lana, fallendo la storica promozione, che poi arrivò con il patron friulano.
Un ricordo personale, da ex giovane cronista (di allora). Al termine dellultima partita casalinga di campionato, alla vigilia di Spagna 1982, venne chiesto ai giocatori del Palermo il pronostico di rito su chi avrebbe vinto il mondiale imminente. Gasperini, tra lilarità generale (la truppa di Bearzot non godeva di alcun credito) e con la faccia da furbetto, sentenziò sorridendo, unico e solo: lItalia. Ebbene, gli azzurri trionfarono. Nessuno ci avrebbe scommesso. Solo un mago. Un mago: è appunto ciò che serve al Palermo per risalire rapidamente la china!
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