Editoriale – Trenta minuti di ottima Inter: la grandeur del Mancio

L’Inter quasi annegata è riemersa dagli abissi dopo la rete del 2-0 del Napoli, che aveva praticamente archiviato la partita. Una reazione mentale impressionante, ancora più eccezionale perché ottenuta sul campo di una squadra che si è mostrata nettamente superiore, per qualità e fisicità, nei primi 60′ di partita: i dieci punti di scarto non sono per caso.

Nella prima ora di gioco la squadra di Mancini ha denotato una volta di più limiti evidenti in difesa, dove questa volta a tradire è stato Juan Jesus, e nella costruzione di gioco a centrocampo, con Brozovic, Guarin e Medel in affanno nonostante la superiorità numerica in mediana. Il Guaro, poi determinante per la rimonta, ha perso qualcosa come 31 palloni, Shaqiri molle, Icardi troppo isolato, Palacio faceva il fantasma.

Poi qualcosa ha cambiato l’inerzia della partita, qualcosa che ha impedito ai meneghini di crollare: oltre al cambio tattico azzeccato (Hernanes per un Brozovic deludente, con il conseguente ritorno al 4-2-3-1), è scattata una molla nella testa dei nerazzurri, che si sono messi a giocare come vuole il Mancio, ovvero a testa alta e da grande squadra.

Una mezz’ora esemplare, in cui la Beneamata ha colmato il divario da un Napoli stanco, ha creato trame che non si erano viste per tutta la prima ora, ha collezionato occasioni in serie e quindi ha pareggiato. La sicurezza nei propri mezzi e in un sistema di gioco chiaro e delineato: con queste armi un’Inter inferiore ha ammutolito il San Paolo e poteva anche gelarlo, se ci fosse stato ancora tempo. Avanti così.