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GARBAGE TIME – Andrew Wiggins. Un viaggio alla scoperta del miglior (forse) prospetto della NBA.
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11 anni agoon
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RedazioneMeno rari del passaggio della Cometa di Halley, ma comunque straordinari, i draft NBA in grado di segnare un’epoca sportiva sono stati davvero pochi. Tra quelli che resteranno per sempre nella memoria di questo gioco, possiamo senz’altro menzionare quello del 1984 che ha consegnato alla lega giocatori del calibro di Michael Jordan, Hakeem Olajuwon, Charles Barkley e John Stockton, quello del 1996 dal quale sono usciti Allen Iverson, Kobe Bryant, Stephon Marbury e Ray Allen e quello del 2003, del quale possiamo ancora ampiamente godere, e che ha generosamente prodotto giocatori del calibro di LeBron James, Carmelo Anthony, Dwane Wade e Chris Bosh.
Questo, che si terrà il 26 giungo 2014, qualora le premesse dovessero essere tutte mantenute, potrà, tra qualche anno, essere tranquillamente annoverato, insieme a quelli precedenti. Per profondità e tasso di talento, almeno sulla carta, non ci sono dubbi: la classe del 2014 ha qualcosa di speciale. Però si sa, “Historia magistra vitae”, perciò: “Ai posteri l’ardua sentenza”.
Prima di cominciare, una doverosa premessa. Ciò che avrebbe potuto stupirvi solo qualche anno fa, ormai non fa più neanche notizia. Un canadese potrebbe essere la prima scelta assoluta al draft 2014, dopo che appena 12 mesi prima, un altro canadese si era reso protagonista del medesimo percorso (anche se forse ora qualcuno a Cleveland sta ancora scontando la propria penitenza). Si perché il Canada, da sempre considerato come il cugino pacifista e un po’ “sfigato” (concedetemi la licenza poetica) degli Stati Uniti, oggi può contare su una squadra giovanile di pallacanestro potenzialmente dominante in futuro, e i due bronzi mondiali Under 17 ed Under 18, sono li a testimoniarlo.
Rientrando nel seminato, iniziamo concretamente a parlare di ciò che più ci interessa.
Andrew Christian Wiggins, nato a Toronto, Ontario, il 23 febbraio 1995, è un predestinato. Dopo essere passato per la Huntington Prep School, in West Virginia, uno dei dieci programmi cestistici più importanti della nazione, Wiggins viene reclutato come prospetto numero 1 della classe del 2013 dai Kansas Jayhawks di coach Bill Self. L’attesa per il suo esordio è spasmodica, al punto da finire sulla copertina di Sports Illustrated nel mese di ottobre 2013, onore riservato a pochissimi prima di lui. Il titolo recita: “The Freshman, from Wilt.. to Manning.. to Andrew. A torch is passed at Kansas” (Wilt sta per Chamberlain, mentre Manning per Danni Manning, due prodotti dell’Università di Kansas, che nel corso della loro carriera qualche pagina di questo sport devono averla scritta).
La stagione a Lawrence, all’ombra dell’Allen Fieldhouse, però non è all’altezza delle aspettative, e nonostante la presenza in quintetto del camerunense Joel Embiid, altro forte candidato ad essere selezionato con una delle prime 3 chiamate al prossimo draft, la stagione dei Jayhawks non è andata oltre il terzo round del tabellone principale del torneo NCAA, eliminata, a sorpresa, dalla “Cinderella” Stanford.
PUNTI DI FORZA: Ciò che più impressiona del giovane canadese è senz’altro il suo incontenibile atletismo. Wiggins sa correre il campo e saltare come nessun’altro dei suoi coetanei, al punto da venire considerato come il miglior atleta puro dai tempi in cui in a lottare per la prima chiamata assoluta c’era un certo LeBron James, che se oggi siamo soliti chiamare il “Prescelto”, un motivo ci sarà. I movimenti offensivi sono già, ad oggi, da livello NBA, così come la distanza e la meccanica di tiro che gli consentono di trovare il canestro con una discreta regolarità, anche da fuori (35% in stagione). Grazie ad un primo passo mortifero, e ad una esplosività spaventosa, aggredisce il ferro con successo nella maggior parte delle sue escursioni aeree, ma queste sono ancora troppo poche se paragonate ai mezzi atletici di cui dispone. Dal punto di vista difensivo, i margini di miglioramento sono assai notevoli, e grazie alla grande mobilità dei piedi, alla velocità di “scivolamento” ed all’apertura alare da “pterodattilo” (211 cm), è già considerato come un difensore perimetrale di tutto rispetto anche per gli standard del piano superiore.
PUNTI DEBOLI: I dubbi principali riguardano la solidità mentale del canadese e la sua capacità di accompagnare alla maturazione fisica anche una crescita sul terreno di gioco, dove spesso tende ancora a compiere scelte di tiro sbagliate, prendendosi troppe forzature, in contesti in cui queste non vengono assolutamente richieste. Anche l’approccio alla partita, soprattutto quando il tuo avversario si chiama LeBron James, deve essere totalmente differente rispetto a quello visto nel corso del suo primo (ed unico) anno di college. Troppo timido nel prendersi il contatto fisico, deve assolutamente irrobustire la parte superiore del corpo, ancora troppo esile ed acerba. I movimenti lontano dalla palla sono ancora molto elementari, e in certi contesti, tende a disinteressarsi dell’azione, al punto che molti scout l’hanno catalogato alla voce: “Ball watcher”.
Ovviamente nessuno di noi possiede la sfera di cristallo in cui poter consultare l’altrui destino (e, parere personale, va bene così..), ma quello di Wiggins, ha tutte le carte in regola per poter essere davvero radioso. Il talento c’è, lo zampino di “Madre Natura”, pure.
Parafrasando un celebre detto di Gustave Flaubert: “Per avere del talento, dobbiamo essere convinti di possederne”, ed è forse proprio questa la vera sfida di Andrew, il canadese che voleva conquistare gli States.
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