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Inter, la rinascita parte dal centrocampo: il Giaguaro, il Pitbull e il Professore
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10 anni agoon
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RedazioneL’evidente salto di qualità dell’Inter nelle ultime due partite ha nel cambio di modulo e nella spaventosa crescita del centrocampo i due fattori principali. L’intuizione di Roberto Mancini di schierare Shaqiri trequartista è stata vincente, ma la mossa tattica sarebbe stata vanificata senza una mediana all’altezza: ebbene, Medel, Brozovic e Guarin sono andati oltre, dimostrandosi fondamentali per la rinascita nerazzurra.
Ognuno di loro ha una storia diversa: Guarin è il leader ritrovato dopo l’amaro periodo sotto Mazzarri. Inibito ed emarginato dall’allenatore toscano, il Guaro è stato risollevato prima di tutto mentalmente dal Mancio, tanto da sembrare un giocatore totalmente diverso da quello giustamente criticato e fischiato dai tifosi neanche un mese fa. A parte il rigore guadagnato, i due magnifici gol e l’assist, il colombiano è a sorpresa il trascinatore che da tempo mancava all’Inter, il primo a lamentarsi con l’arbitro, l’uomo spogliatoio: il suo battersi il petto dopo i fischi a Reggio Emilia è stato molto apprezzato dalla tifoseria. Ora a Guarin serve la necessaria continuità per calarsi totalmente nel ruolo di leader carismatico del gruppo.
Medel sembrava un Pitbull sdentato: arrivato ad agosto con la fama di recupera palloni, ancora prima di ambientarsi in Italia si è visto dare le chiavi del gioco nerazzurro, fallendo miseramente da regista. Ma con Mancini il cileno è tornato a fare quello che gli riesce meglio, crescendo lentamente partita dopo partita, fino ad arrivare al picco di domenica: recuperi, raddoppi e una onnipresenza a centrocampo fuori dal comune.
Quindi, l’uomo che forse ha cambiato davvero la faccia dell’Inter, il “Professore” Marcelo Brozovic. Meglio non esagerare negli elogi per il giovane croato, che però ha il merito di essersi trovato subito a suo agio nell’undici nerazzurro. Grande intelligenza, passaggi e movimenti giusti, ha finalmente dato fluidità e geometria al gioco della Beneamata, tanto che ora Mancini non riesce più a farne a meno.
Ai “tre moschiettieri” del centrocampo manca ancora “D’Artagnan” Kovacic: il gioiellino è in evidente ritardo, come ammesso dallo stesso Mancini (“Gioca troppo da ragazzo, dovrebbe fare la differenza”). Ma il tempo è dalla sua parte.
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