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Miti genoani, Guillermo Stabile “El Filtrador”
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9 anni agoon
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RedazioneVerdeal, Abbadie, Milito, Perotti… Bandiere genoane al vento quando si ricordano questi campioni venuti dall’altra parte del mondo! Ma chi fu il primo? Di Verdeal possono parlarne, per averlo visto dal vivo, quelli che oggi sono dagli 80 in su. Ma del grande Stabile ormai non ne può più testimoniare nessuno se non coloro che ne hanno sentito narrare dai loro padri e dai loro nonni.
Anche se, per nostra fortuna, c’erano già dei valorosi giornalisti che possono venirci incontro. Guillermo Stabile arriva dunque a Genova il 14 novembre 1930, scende dal “Conte Rosso, e, preceduto dalla fama acquistata come centrattacco dell’Argentina nonchè capocannoniere del primo Mundial tenutosi in Uruguay in quello stesso anno, viene accolto dai portuali tutti e da una folla di genoani con l’entusiasmo tipico del loro tifo.
Se quegli sciagurati azzurri che nel 1950 giustificarono la loro debacle ai mondiali accusando le fatiche del viaggio intercontinentale in nave, lui si dichiara pronto a scendere in campo 48 ore dopo malgrado… e ci sembra un particolare non da poco… malgrado abbia giusto goduto, durante il viaggio, le comprensibili, sontuose fatiche della luna di miele. Scende in campo contro il Bologna e… segna tre gol.
Ecco Renzo Bidone, nella aulica prosa di allora: “Al 30′ da metà campo Albertoni serviva Banchero incontro al quale si faceva impetuosamente Monzeglio. Un attimo prima che i due si scontrassero e cadessero doloranti a terra, Banchero aveva avuto il tempo di passare la palla a Stabile. Ricevere il tondo oggetto di tante cure (quella la prosa di allora… ndr) e scattare come una freccia fu per Stabile tutta una cosa… E fulminò senza riguardo la palla nella rete di Cassetti“.
Il secondo verrà “in rovesciata fulminea”, mentre il terzo sarà “rasente terra”. Il terribile incidente che nel marzo del ’31 gli spezzerà la gamba destra, gli spezzerà anche la carriera. Ma tutt’ora, a Genova, “veni, vidi, vici” si riferisce solo a lui, Guillermo Stabile, “El Filtrador”.
Piero Campodonico
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