Pazza Inter
Abramovich loves Italy, ma al Chelsea c’è un solo capo
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12 anni agoon
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RedazioneQuando si dice “Il capo sono io e qui comando io”. E’ questo il motto di Roman Abramovich, magnate russo proprietario del Chelsea, che il calcio lo ha forse masticato in prima persona su qualche campo amatoriale della fredda steppa russa. Poi ha visto Stamford Bridge e ha pensato bene di comprare i Blues, per la felicità dei tifosi. I successi sono arrivati subito, ed è innegabile che il suo avvento in Premier League abbia radicalmente cambiato il modo di fare mercato. Dopo di lui anche City e Paris Saint-Germain, addirittura il Malaga e i club russi. Ma tra queste, solo il Chelsea può vantare nel Dna il gene della vittoria in campo Europeo.
Inculcato, passo dopo passo, dal buon Roma, come confida Salomon Kalou, attaccante ora in prestito al Lille, ma pedina di fondamentale importanza negli ultimi recenti trofei di marca Blues: “E’ il ruolo del proprietario ricordare a tutti che l’unico boss è lui. La prima volta ce l’ha detto sotto la guida di Carlo Ancelotti, e abbiamo vinto due trofei, e poi quando Villas-Boas è stato esonerato, ed abbiamo vinto la Champions League. Ha aiutato tutti a vincere qualcosa”, ha detto in un’intervista al “Mirror”.
Abramovich, ma non solo. Parte del merito va dato anche ai tecnici italiani che si sono seduti sulla rovente panchina del Chelsea. Carlo Ancelotti ha fatto aumentare il prestigio del club in Inghilterra, mentre Roberto Di Matteo ha messo in bacheca addirittura la Champions League. Sodalizio Russia-Italia, un esperimento che Abramovich può tranquillamente considerare riuscito.