Pazza Inter
Di Canio vuole fare il Capello
Published
12 anni agoon
By
RedazioneIl basso profilo non è mai stato il suo forte. La modestia non se nemmeno dove sta di casa e l’essere ambiziosi è una delle sue regole di vita. Stiamo parlando di Paolo Di Canio, allenatore dello Swindon Town (League One, l’equivalente della nostra ex Serie C1) che fa notizia una settimana sì e l’altra pure. Insomma, l’ex laziale non è mai banale, per la felicità della stampa specializzata.
L’intervista rilasciata al tabloid britannico Daily Mail non ha certo tradito le attese.
Per prima cosa è tornato sullalterco avuto la scorsa settimana con il portiere Foderingham. “Era confuso, ecco perché l’ho sostituito, non perché avesse sbagliato, altrimenti avremmo perso 8-0 e io sarei stato lo stupido allenatore di una stupida squadra. Sono uno straniero che cerca di insegnare la disciplina e le regole inglesi eppure la gente mi dice che non dovrei turbare i giocatori. Ho letto un tweet di Rio Ferdinand, che è mio amico, ma ha scritto: ‘oh no, Di Canio è stato troppo duro, spero che quel portiere non abbia ora grossi problemi’. Ma al mio amico Rio dico: sono due anni che sei più su Twitter che in campo”.
Per il tecnico italiano oggi è difficile gestire i giovani. “E’ colpa nostra, diamo ai bambini di dieci anni un telefonino, diamo loro la tecnologia e li chiudiamo in una stanza senza comunicare con loro. Quando crescono e qualcosa va storto, non sono forti o duri abbastanza. Nel calcio prima eravamo abituati a lavorare e lavorare, ora, per alcuni giocatori, la priorità è l’orologio d’oro”. Di Canio ha confessato di essere ossessionato dal suo lavoro e di voler centrare la seconda promozione di fila. “Non sono come molti che pensano che sia abbastanza fare i 90′ di allenamento e poi staccare la spina, anche quando vado a comprare la pasta e i pomodori penso alla sessione del giorno dopo. Mi prendo cura dei miei giocatori come se fossero fratelli e mi viene naturale dire quello che penso quando qualcuno sbaglia. Dopo 16 mesi insieme i giocatori mi conoscono e sanno che per quanto all’inizio possa essere delicato, a un certo punto metterò loro pressione, o la va o la spacca”.
Di Canio, come tecnico, vorrebbe essere una combinazione di Fabio Capello, suo allenatore al Milan, e Harry Redknapp, che lo ha guidato ai gloriosi tempi del West Ham United. “Harry non è un vero allenatore ma è molto intelligente, è furbo come una volpe . Alle volte mi lasciava fuori dagli allenamenti perché sapeva che avrei dato di matto se avessi parlato con lui, ma conosceva il mio impegno e diceva che sarei stato il primo giocatore che avrebbe inserito in una squadra ideale. Magari non ero il migliore tecnicamente ma per passione vorrei pure io un centinaio di Di Canio allo Swindon”.
L’ex attaccante parla anche del rapporto con la sua famiglia. “Alla Lazio, a inizio carriera, ero un idolo ma ho vissuto a casa per 18 mesi per dare ai miei genitori tutto quello che guadagnavo al punto che non avevo nemmeno i soldi per comprarmi un’auto. E mio padre mi ha dato la miglior lezione della mia vita. Avevo 25 anni, ero una stella al Napoli, ero un marito e un padre. Ero arrabbiato per non essere stato convocato per i Mondiali del ’94 e a tavola ho risposto male a mia madre. Davanti a tutti, comprese mia moglie e mia figlia, mio padre si è alzato e mi ha dato uno schiaffo. Me l’ero meritato, ero stato arrogante e stupido”.
E per finire il suo sogno. “A 32 anni non pensavo che sarei diventato un allenatore ma il calcio è come una droga, una missione per me. Penso di fare altri due-tre anni allo Swindon, poi dieci anni in Premier League e infine la nazionale inglese per quattro anni, portandola a una finale mondiale. Lavoro a tutte le ore, studio ogni avversario per dare alla mia squadra i dettagli giusti per vincere. Non si possono risparmiare le energie se si vuole arrivare al top, non so se ce la farò ma è il mio sogno”.
Good luck, mister Di Canio!