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Pazza Inter

Inter-Milan, il caso del rigore su Thuram: episodio da penalty ?

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Se ne discute. Ancora e ancora. Perché i dubbi restano, sospesi tra regolamento e interpretazione. Minuto 72 della stracittadina milanese: Marcus Thuram si incunea in area, mentre Theo Hernandez si prepara a intervenire con una scivolata pulita sul pallone. Ma un attimo prima, arriva un contatto da dietro di Pavlovic sulla gamba sinistra dell’attaccante nerazzurro. Rigore o no?

La lettura arbitrale: niente penalty

Secondo l’interpretazione arbitrale, il contatto tra Pavlovic e Thuram è stato giudicato troppo lieve per concedere il calcio di rigore. L’arbitro Daniele Chiffi, assistito dal VAR Di Paolo, ha ritenuto che l’intervento del difensore rossonero non fosse sufficientemente impattante da giustificare la massima punizione.

Dai vertici arbitrali filtra una linea chiara: il tocco è stato considerato “light”, non tale da modificare la dinamica dell’azione o causare un danno evidente all’attaccante dell’Inter.

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La direttiva sui “micro-contatti”

Negli ultimi tempi, la tendenza arbitrale è quella di evitare rigori per contatti leggeri, specialmente se non decisivi. Il mantra è chiaro: per assegnare un penalty serve un impatto evidente, un fallo netto che abbia conseguenze chiare. In questo caso, secondo Chiffi e la sala VAR, il colpo di Pavlovic è stato casuale e non ha alterato in maniera significativa lo svolgimento dell’azione.

Le reazioni: tra proteste e silenzio VAR

Dopo la partita, Simone Inzaghi non ha nascosto il suo disappunto, parlando di un “rigore clamoroso”. Dall’altra parte, la decisione arbitrale ha trovato il sostegno dei vertici AIA, che hanno confermato la bontà della scelta di Chiffi. Anche il VAR è rimasto silente, lasciando in campo la decisione finale, proprio perché il contatto non è stato ritenuto da chiaro ed evidente errore.

Un episodio destinato a far discutere

Come spesso accade in questi casi, il giudizio dipende dalla prospettiva. I tifosi interisti gridano al rigore negato, quelli milanisti parlano di una decisione corretta. La realtà è che, in un calcio sempre più orientato a evitare penalty per contatti minimi, il metro arbitrale adottato in questo derby sembra confermare una tendenza ormai consolidata.

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