Pazza Inter
L’utopia del Malaga: primo in Champions ma con una proprietà fantasma
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12 anni agoon
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RedazioneIl calcio è pazzo. Il calcio è strano e alcune volte permette che delle pure utopie diventino realtà.
Questa è la storia del Malaga, che in due anni è passato dai sogni di gloria, al rischio di fallimento. Le vicende della squadra albi-celeste iniziano ad avere una rilevanza internazionale l’11 giugno 2010, quando l’imprenditore qatariota Al Thani annuncia l’acquisto della società. La nuova proprietà si presenta alla grande: “In pochi anni vogliamo concorrere al titolo con Barça e Real“.
Dalle parole, Al Thani passa presto ai fatti e in due anni spende e spande per portare alla Rosaleda giocatori come: J.Baptista, Maresca, Demichelis, Diego Buonanotte, Joaquin, Isco, Cazorla, Toulalan, Monreal, Kameni, Sergio Asenjo e Mathijsen. La squadra viene affidata al portoghese Jesualdo Ferreira, silurato dopo nove giornate; al suo posto l’ingegnere Manuel Pellegrini, ex tecnico di Villareal e Real Madrid e attuale tecnico dei Boquerones. Il Malaga nella stagione seguente centra il quarto posto, ma a pochi giorni dal prelliminare di Champions, accade qualcosa di impensabile: il 29 luglio, ufficialmente per dissidi con le istituzioni del comune di Malaga, lo sceicco Al Thani comunica la sua volontà d vendere il club. La motivazione dei dissidi consisterebbe nelle promesse non mantenute dal comune di far costruire al qatariota un nuovo stadio, un hotel e parte del porto.
Qui inizia l’incubo dei tifosi dell’albi-celeste; in pochi giorni vedono la squadra smantellata: Cazorla all’Asenal, Maresca alla Samp, Mathijsen tornato in patria al Feyenoord e Solomon Rondon (talento esploso nell’ultima stagione) emigrato dai russi del Rubin Kazan. Offerte per la società ne arrivano un paio e anche Pellegrini sembra avere la valigia in mano.
Alla fine però non si conclude niente, Al Thani annuncia di voler rimanere e di continuare ad investire. Nell’ultimo giorno dell’ultima sessione di mercato arrivano gli attaccanti Saviola e Santa Cruz e il difensore Onyewu. Rimane anche l’ingegnere Pellegrini, che dal proprio cantiere tira fuori un giocattolo in cui la freschezza di giovani talenti come Isco si unisce all’esperienza di vecchi volponi come Saviola e Santa Cruz.
Il gioco cinico, fatto di lunghe fasi di possesso alternate a improvvise verticalizzazioni, hanno permesso al Malaga di totalizzare 14 punti nelle prime 6 di Liga, confermadosi al terzo posto e 6 punti in due partite nel girone di Champions dove è al comando solitaria. L’Uefa però, nonostante le due vittorie, ha bloccato i premi partita per il Malaga, in attesa di accertamenti sulla situazione economica del club. Lieto fine?? Macchè! Altrimenti che utopia sarebbe…