Pazza Inter
Lo strillo di Borzillo – Capolinea
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3 anni agoon
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RedazioneSta finendo. Manca poco anzi, pochissimo. Dopodiché giù la saracinesca e pronti via, verso nuove mirabolanti avventure. Non per tutti però: qualcuno, facciamo anche tanti, saluteranno. E, molto sinceramente, per la maggior parte non è che mi strapperò i capelli. La riconoscenza va conquistata, sul campo e fuori: e non importa quanto “pesi” il tuo cognome, l’affetto dei tifosi non è una cosa che si compra con la notorietà. Quindi sì, non penso ci saranno scossoni per l’addio, definitivo, di qualche giocatore.
Perché, a ben vedere, l’Inter è mancata soprattutto nei ricambi in mezzo al campo, nella zona nevralgica del gioco: poi possiamo pure raccontarci dell’attacco, tizio non ha segnato per tot tempo, caio altrettanto ma, diciamocelo francamente e senza girarci intorno, è lì nel mezzo – cantava il Liga – che qualcosa è venuto meno. Inutile stare a fare una classifica di colpe vere o presunte, è andata così e basta. Quindi, cercando di capire cosa potrebbe rendere l’Inter più competitiva – oddio competitiva mi sembra un parolone, è stata competitiva anche questa stagione, comunque vada a finire: diciamo allora completa, rende meglio – possiamo provare a tracciare una prima lista, presunta, della spesa. Il portiere, ormai lo sanno anche i pesci rossi della vasca all’interno dei giardini pubblici di via Palestro, sarà Onana: giovane, reattivo, a volte svagato ma, in prospettiva e lavorando su qualche particolare, valido.
La difesa, opinione del tutto personale, non mi sembra il reparto messo peggio, anzi: gli attuali centrali sono di prim’ordine, dovesse eventualmente partirne uno – ci sta, non stupitevi – l’eventuale ricambio sarebbe all’altezza, l’Inter lo ha individuato da parecchio tempo, a lui l’Inter piace, il matrimonio si farà o potrebbe farsi. Forse partirà Ivan il terribile: forse però, aspetterei ancora qualche giorno prima di darla come notizia certa. I nerazzurri hanno stabilito un budget di spesa dal quale non ci si potrà scostare tanto ergo, se ti fa piacere, cinque milioni a stagione a trentaquattro anni per un biennio mi sembrano cifra congrua. Poi ciascuno è libero di scegliere come meglio crede ma non è che l’offerta attuale sia un tozzo di pane duro e acqua piovana. Comunque, anche sugli esterni la situazione mi appare fluida: ce ne sono quattro, in Primavera ce n’è uno molto forte da tenere costantemente monitorato, quindi non vedo particolari sofferenze.
Da qui in avanti, al contrario, problemi ce ne sono, eccome: i tre titolari del centrocampo non possono tirare la carretta per cinquanta partite, bisogna trovare alternative. Soprattutto, per essere chiari, bisogna trovare alternative valide, non il primo parametro zero che capita, non funziona esattamente così. Ma di questo, in Società, ne sono perfettamente consapevoli. Ne servono tre dietro le prime scelte: tre che possano sostituire degnamente Barella, Brozovic e Calha. Per chiudere là davanti: Lautaro, per me, è il progetto. Sono gli altri, quelli che gli gireranno intorno, a doversi adattare al Toro e non lui a loro. All’Inter manca un centravanti vero, uno di quelli che fa a spallate coi difensori avversari, è un segreto di Pulcinella. Però va preso, accidenti. Forse, perché controprova non può esserci, uno così ci avrebbe consentito qualche punticino in più…ma coi se e coi ma non si va da nessuna parte.
Intanto pensiamo a chiudere con una vittoria il campionato. Poi aspettiamo cosa succede da altre parti: con una certezza, quella di aver dato tutto fino all’ultimo istante dell’ultimo capitolo.
Dopodiché, capolinea.