Pazza Inter
Lo strillo di Borzillo – Due punti persi? No, uno guadagnato!
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3 anni agoon
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RedazioneIl calcio è questa roba qui, inutile applicare scienze e scienziati. È una palla rotolante che fa un po’ quel cavolo che gli pare, incurante di statistiche, possesso, calci d’angolo, precisione nei passaggi. Il calcio è un arbitro troppo frettoloso nel concedere a una squadra punizione dal limite senza aspettare di vedere dove la palla va a finire, è buona norma concedere il vantaggio in alcuni casi, norma e non regola; quella squadra sul prosieguo dell’azione segna, ormai il fischio è partito e la squadra avversaria, approfittando di un disimpegno sbagliato, vince la partita al minuto novantasei. Sì, non c’è nulla da dire, il calcio è questa roba qui.
Così capita che l’Inter giochi a Bergamo, Atalanta senza tre titolari e tre primi cambi – o viceversa, come meglio preferite – nerazzurri reduci da centoventi minuti tiratissimi tre giorni prima e regalo all’ultimo secondo della Supercoppa italiana, e i due migliori attacchi della serie A riescano a mettere insieme la bellezza di zero gol, pur creando occasioni a raffica da una parte e dall’altra. Sì, non c’è nulla da dire, il calcio è questa roba qui.
Al fischio finale di un discreto Massa molti tra i tifosi interisti, me compreso, pensavano di aver gettato al vento un’occasione importante: ma quando ti ricapita di giocare a Bergamo con poco pubblico e l’avversaria senza sei pedine importanti? Onestà in primis, i ragazzi di Gasperini avrebbero potuto vincere tranquillamente anche loro, se Handanovic non si fosse riscoperto il Samir dei tempi d’oro e qualche calciatore orobico avesse avuto maggior sangue freddo in talune circostanze. Insomma, Atalanta-Inter è stato un incontro degno di due pesi massimi a centro ring che si scazzottano dal primo gong all’ultimo, senza pause, senza freni, senza paure. Sissignori, una bella partita, come altrettanto bella era stata quella dell’andata, due a due pieno di pathos, uomini coraggiosi, errori e orrori, grandi giocate. Perché Atalanta-Inter, non me ne vogliate e lo scrivo col più grande rispetto verso tutti i club della serie A, assomiglia tanto a una partita di Premier. Ritmo incalzante, pallone stile pallina da flipper, nessun risparmio: poi, certo, ci sono sbagli da una parte e dall’altra ma, francamente, non sono riuscito ad annoiarmi un solo minuto di gara. E poco importa se è finita senza reti, l’ansia calcistica ha toccato comunque vette altissime. Sicché, tornando a qualche riga fa, quel punticino che ci stava benissimo nell’economia del campionato si è trasformato, complice l’impresa dello Spezia a Milano col famoso vantaggio non concesso, in un punticino guadagnato nella corsa alla seconda stella. C’è Bologna da recuperare, toccando tutto quello che mi circonda a questo punto potresti avere cinque lunghezze di vantaggio affrontando derby e Napoli con spirito completamente diverso. Senza dimenticare il Venezia, altro avversario complicato vista la delicata posizione di classifica.
Perché il calcio è questa roba qui. Dove tiri in porta, tiri fuori, calci d’angolo, possesso palla e aggiungete ciò che Vi pare sono solo numeri. Che non sempre portano tre punti.
Un passo alla volta, a cominciare da stasera. Dalla coppa Italia. Da un Empoli senza la minima pressione e poche aspettative di successo. Niente scherzi.
Alla prossima.
Gabriele Borzillo