Pazza Inter
Lo strillo di Borzillo – E’ sempre più InzaghInter!
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3 anni agoon
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RedazioneBasta guardare le partite dell’Inter per rendersi conto di una cosa, elementare se volete ma che anima, di molto, la discussione tra i tifosi del cielo e della notte: l’Inter è sempre più simile a quella dipinta e desiderata da Simone Inzaghi. Il tecnico piacentino ha intelligentemente scelto la politica dei piccoli passi entrando ad Appiano Gentile. Niente rivoluzioni, niente diktat modello qualcuno che lo ha preceduto anni fa, niente il capo sono io e si fa come dico. Piuttosto ricerca di connessione con la squadra, coi suoi ragazzi, dialogo per far comprendere i propri dettami pallonari, clima sereno e disteso, rapporti diretti coi giocatori e, particolare non di poco conto, sensazione trasmessa a ciascuno di essere pedina importante e fondamentale nel nuovo meccanismo nerazzurro.
Quando Beppe Marotta, sempre grati al giorno in cui ha firmato per i nostri colori, allorché il matrimonio calcistico con Antonio Conte si consumò, scelse di virare immediatamente sul giovane Simone, anni di esperienza alla Lazio ma, con tutto il rispetto possibile e immaginabile, la maglia dell’Inter pesa assai di più e le pressioni, per quanto anche Roma sia capace di generarne, sono di molto maggiori, più d’uno non la prese bene. Ma come, riporto quella che all’epoca era la domanda più gettonata negli ambienti del tifo nerazzurro, passiamo da uno vincente come Antonio a un bravo giovanotto ancora alla ricerca del dimostrare tutto? A parte che anche a Roma Simone ha portato trofei, evidentemente il momento del grande salto era arrivato e il primo ad accorgersene, Marotta a parte, fu proprio il giovane Inzaghi.
Oggi tutto sembra filare per il verso giusto in casa nerazzurra, tocchiamo ferro o ciò che meglio credete, è facile intonare inni e peana all’allenatore, chiamato a un compito difficilissimo, sostituire chi c’era prima non deve essere stata una sfida facile da accettare. Eppure, dimostrando personalità, Simone la sfida l’ha accettata, eccome. Gli hanno venduto, esigenze di bilancio e poi quando ti chiama la squadra per cui tifi fin da bambino come puoi dire no, un paio di pedine fondamentali, parliamo di top nel ruolo anche se qualcuno sta incontrando, ma tu guarda, difficoltà non previste: un altro è uscito di scena per problemi di salute, sempre forza Christian, vogliamo vederti correre per il campo prestissimo, sostituendoli con parametri zero sullo stile Calha oppure occasioni low cost sullo stile Dzeko, giusto per fare un paio di nomi. Beh, la squadra non ne è uscita ridimensionata, refrain in auge la passata estate, sulla bocca di chiunque, perfino mia nipotina di 7 anni parlava di ridimensionamento in spiaggia: oggi l’Inter è nelle zone altissime della classifica, ha superato – dopo un decennio – i gironi di Champions League e andrà a Madrid per giocarsi il primato in vista del sorteggio ottavi. Insomma, niente male per un neofita.
In più, particolare non da poco, la squadra gioca a calcio. Un gran bel calcio per molti tratti di partita. Insomma, Simone è arrivato circondato da un alone di scetticismo, c’erano altri che avrebbero portato dieci o quindici punti in più, vabbè: oggi quello stesso scetticismo, per molti, si è trasformato in sincero apprezzamento. Io non so, nessuno lo sa, se e quando quest’Inter vincerà ancora: so che il progetto, con Inzaghi, è appena partito. E l’idea è che ci riserverà sorprese gradevoli, forse più di quanto immaginiamo.
Alla prossima.
Gabriele Borzillo