Pazza Inter
Lo strillo di Borzillo – L’ultimo sforzo
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3 anni agoon
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RedazioneLo so, lo sappiamo un po’ tutti: il destino dell’Inter in campionato è legato, purtroppo ma colpa esclusivamente nostra, ai capricci di chi sta in vetta attualmente. E che, detto per inciso, non mi sembra abbia la minima intenzione di abdicare o mollare un solo centimetro di quel territorio conquistato. Con bravura e, non è mica una colpa, quel pizzico di fortuna al momento giusto, ingrediente fondamentale in qualunque successo sportivo e non solo. L’Inter dovrà essere brava e superarsi: perché la coppa Italia appena messa in bacheca, la numero otto della nostra storia, va immediatamente dimenticata. C’è una trasferta complessa, molto complessa aggiungerei: quel gol al minuto novantanove di Salerno ha, di fatto, restituito al Cagliari un filo di speranza che passa, necessariamente, per l’incrocio coi nerazzurri.
Agostini e i suoi non hanno disputato una stagione esaltante, inutile sottolinearlo: troppi bassi, pochi, pochissimi alti. Ma, anche per loro come per noi, nulla è finito, nulla è scontato, nulla è perduto. Quindi sì, mi aspetto una squadra arrembante, decisa a vendere carissima la pelle sapendo che, anche in caso di pareggio, lo spettro della retrocessione sarebbe incombente. Perciò il Cagliari deve, per necessità, portare a casa il successo e non potrà stare rintanato nella sua area cercando il punticino che nulla cambia in ottica futura. Se per alcuni questo obbligo dei nostri avversari può far paura, a me rincuora: preferisco giocarmela con una squadra impegnata in qualcosa di importante che non giochicchiare con chi non ha nulla da chiedere, trova il pareggio manco lei sa come, si mette in area a far quadrato e poi ti beffa con un paperone del tuo portiere. Però, ricordiamolo altrimenti raccontiamo la storia solo a metà, quella partita maledetta la getti letteralmente allo ortiche dopo che, nella prima mezz’ora, dovevi essere tre a zero e, al contrario, eri sopra solo di uno specchiandoti, inopinatamente, nella tua bellezza, proprio come Narciso.
E, come lui, hai finito per cascare vittima di te stesso. Comunque inutile oggi rimuginare su quanto accaduto: bisogna pensare a domani, bisogna pensare a Cagliari, bisogna scendere in campo con la chiara intenzione di vincere, non esistono risultati differenti. Oltretutto l’Inter giocherà sapendo il risultato del Milan, ennesima perla dell’organizzazione lega calcio, quest’anno ne abbiamo viste parecchie cominciando dallo strampalato calendario asicoso, invenzione insensata e, soprattutto, sconclusionata. Che i nerazzurri, al netto di tutte le scemenze possibili e immaginabili, hanno pagato caro e salatissimo. E non importa se i capo classifica dovessero vincere la loro partita casalinga. Non si deve comunque mollare, manco di un millimetro. Conosciamo tutti il pallone, conosciamo tutti le insidie nascoste in novanta minuti.
Abbiamo visto di tutto nella nostra lunga militanza e da tifosi e, nel mio caso, da addetto ai lavori. Quindi ripeto il concetto: non si lascia perdere nulla, non ci si siede manco per sbaglio. C’è da correre per altri centoottanta minuti: ecco, vediamo di correre, se possibile, ancor più velocemente di quanto fatto finora. Poi personalmente odio dipendere dagli altri ma, nel nostro caso, questo è: però, continuando a vincere, puoi sempre sperare nello scivolone di chi ti precede. E il calcio non è mai scontato: anche quando tutto lascerebbe presupporre che lo sia.
Alla prossima.
Gabriele Borzillo