Pazza Inter
Lo strillo di Borzillo – Tutti importanti, nessuno indispensabile!
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3 anni agoon
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RedazioneSi riparte dal titolo inutile e meramente platonico del campionato d’inverno, come se contasse qualcosa o facesse palmares. No, non conta niente e non ha alcun valore se non quello di ribadire al resto delle squadre che sì, certo, siamo stati ridimensionati, non abbiamo un euro, gli altri sono più forti di noi di almeno quindici punti ma intanto, se qualcuno dovesse per caso pensare di scucirci quel triangolino tricolore sul cielo e la notte beh, i conti con l’Inter li deve fare. Eccome se li deve fare. Giusto per ricordarlo, spesso mi sembra di essere circondato da parecchi smemorati, per i quali cinque mesi fa eravamo pipponi, oggi una corazzata. Ah, quanto sono d’accordo con Simone Inzaghi quando lo fa presente.
Si riparte, dicevamo. Da Bologna, campo fastidioso, avversario di mille battaglie, una delle grandi blasonate del calcio italiano, piazza dove il pallone si mastica con grande cognizione di causa. E poco importa guardare la classifica: ci sono partite dove avere dieci o venti in più non ha il minimo significato, perché altre sono le motivazioni. L’ultima del girone d’andata, quella col Toro tanto per intenderci, deve essere di monito e di lezione, al di là del non aver corso praticamente rischi e di aver sbagliato troppo davanti alla rete granata. Ma è l’impegno dei nostri avversari che deve farci riflettere: oggi siamo la realtà del calcio italiano, i campioni in carica e chiunque, proprio chiunque, si batterà con il coltello tra i denti. Siamo la vetrina più importante del massimo campionato, la prestazione contro di noi viene seguita sempre e comunque con un occhio di riguardo. Salernitana o Milan, Napoli o Spezia non cambia: tutti daranno il massimo, nessuno si tirerà indietro di un centimetro, nessuno ci prenderà sottogamba come succedeva fino a qualche anno fa, ce lo ricordiamo tutti vero?
Si riparte, scrivevamo. Con l’assenza di Dzeko – rimettiti in fretta Edin – e di Calha – chi l’avrebbe raccontato che il giovanotto turco ci sarebbe mancato così tanto a luglio – più la variabile di una ripresa dove sempre e comunque qualche punto di domanda resta. Certo, rispetto alla passata stagione qualcosa sembra cambiato: l’Inter campione, quella della cavalcata scudetto per intenderci, era davvero forte, constatazione inoppugnabile. Ma, perlomeno dal mio personalissimo punto di vista, dipendeva tatticamente da alcuni baluardi insostituibili nella mente dei tifosi nerazzurri. Perlomeno quattro o cinque. E, nel momento di una squalifica, un raffreddore, un infortunio seppur di lieve entità, il popolo del cielo e della notte incrociava le dita, le mani, la qualunque. La nuova Inter, a sensazione, è meno dipendente da chiunque. Ovvio, ci sono punti esclamativi senza i quali, forse, non sei in grado di offrire le stesse performance, sempre sulla carta sia chiaro, ma nel contesto generale l’idea trasmessa è di un calcio dove ciascuno, ma proprio chiunque eccezion fatta per un paio di profili destinati a lasciare Appiano, sempre grazie anche a loro ma adesso pure basta, conosce a menadito lo spartito e offre ai compagni e alla tifoseria il massimo dell’impegno. Sì, forse è un’Inter meno fisica, forse meno esplosiva, forse un meteorite colpirà la terra e, soprattutto, non esistono più le mezze stagioni. Intanto, però, è un’Inter che mi godo, domenica dopo domenica, quando la lega non ci fa giocare lunedì, venerdì, sabato, un giorno indeterminato.
Ad Appiano Gentile tutti sono importanti, ci mancherebbe: ma nessuno, sottolineato con la matita blu, indispensabile. Chi è andato via forse lo ha capito: soprattutto, ne sono certo, lo ha capito chi è rimasto.
Alla prossima.
Gabriele Borzillo