Pazza Inter
Lo strillo di Borzillo – Viva le Nazionali…
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3 anni agoon
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RedazioneInutile stare a girarci intorno: questa sosta senza senso, questa interruzione programmata perché più si gioca più si vende il prodotto più si intasca, il tutto senza minimamente interessarsi ai tifosi dei club sparsi per il mondo, ci ha riconsegnato una squadra a corto di fiato, di idee e di corsa.
Non è un caso se i peggiori in campo, ovviamente mia personalissima opinione, sono stati i centrocampisti. Ora, intendiamoci, non è che solo l’Inter ha calciatori impegnati con le rispettive rappresentative nazionali, ci mancherebbe. Ma ne ha di più rispetto alla maggior parte delle squadre che popolano il torneo indigeno. En plein di Brozovic con la Croazia, due e mezzo le presenze sulle tre partite di Calhanoglu con la Turchia, altrettante, ancora con la Croazia, di Perisic. Poi Dzeko, Barella (uomo totale, migliore in campo), i sudamericani, quello che volete. Praticamente tutti, eccezion fatta per Darmian e Di Marco. Ora, ripeto, NON è e, soprattutto, NON deve essere una scusante. Ma, col Real alle porte, inevitabilmente qualcosa ti frulla nel cervello. Sì, sono professionisti, indiscutibile, ma sono anche uomini con le loro prerogative e i loro limiti.
L’Inter pareggia perché, diciamocelo va’, gioca malino e butta alle ortiche occasioni importanti per chiudere la partita: dopo il due a due doriano là davanti ne combinano di ogni, mangiandosi l’impossibile. Oh, intesi: magari la Samp avrebbe pareggiato per l’ennesima volta. Intanto tu comincia a segnare, il resto del film ce lo godiamo dalla poltrona o dal divano.
Qualche problemuccio in casa nerazzurro esiste, senza bisogno di nascondersi. A cominciare dal portiere. Samir è palesemente in ritardo di condizione: a Genova l’estremo sloveno non ha alcuna colpa sul due a due ma, al contrario, può far discutere il primo gol blucerchiato. Non per altro, ma perché uno della sua stazza su un pallone come quello, per me sia chiaro, deve sempre uscire. Sempre. È che mi sembra un filo titubante e questa titubanza la trasmette al reparto arretrato. Dietro non va male, ma i tre non sono adeguatamente protetti dalla mediana dove il solo Nicolò non può correre per tutti. Calha dopo una partenza stratosferica attraversa un momento di letargia, Brozo solitamente non azzecca due o tre partite all’anno e con quella di Verona qui siamo già a due, Perisic fatica parecchio, vorrebbe fare ma vedi che non ci riesce perché il fisico non supporta il cervello, ci sta quando sei fuori condizione. Poi il gioco: Simone Inzaghi non assomiglia al suo predecessore, anche perché ha una squadra molto meno fisica e molto più tecnica. Deve quindi contare sulla velocità, sul palleggio nello stretto, sull’inserimento. Tutto bellissimo, a patto di star bene.
Punto guadagnato o due punti persi? Per me la seconda ma, visto come si stava mettendo, prendiamoci questo pareggio. E prepariamoci, che in questo mese il tour de force è appena cominciato.
Alla prossima.
Gabriele Borzillo