Pazza Inter
Quanto è dura la strada per il successo ma se ci credi alla fine trionfi
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12 anni agoon
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RedazioneMai mollare, non arrendersi mai, continuare a inseguire i propri sogni; la strada per il successo è piena di insidie, pericoli, buche, imprevisti, cadute ma alla fine si intravede la luce, bisogna solo avere la forza di continuare a camminare per raggiungere quel lontano raggio di sole che inizialmente appare un puntino piccolo ma che, man mano che ci si avvicina, finisce per cospargere l’intero corpo di una stupenda ed accecante luce, quella del successo, della vittoria, dell’avercela fatta contro tutto e contro tutti.
Questo vale tantissimo nella vita, ma anche nel calcio, soprattutto per quei giocatori che risultano essere meno fortunati di altri, che incorrono in disavventure e che faticano a rialzarsi, preferendo magari abbandonare il proprio cammino ritenendo sia la decisione più facile, ma anche quella più dolorosa.
E’ il caso di Kerlon de Souza, meglio conosciuto come “Foquinha”, il brasiliano che per un breve periodo ha giocato anche in Italia, nel Chievo Verona, non riuscendo però a far vedere tutto il suo talento, complice anche le pochissime apparizioni concesse; a 24 anni la sua carriera appare colma di cicatrici, di sale operatorie, di ginocchia ballerine, di stampelle, di fisioterapie e rieducazioni che stenderebbero chiunque invece che di gol e di numeri d’alta classe come il suo marchio di fabbrica.
Qualcuno ricorderà Kerlon nella partita contro la Lazio, la sua prima “italiana”, al Bentegodi, quando lasciò tutti a bocca aperta portando la palla in testa e tenendola salda con un equilibrio certosino riuscì a sfuggire agli avversari, alcuni dei quali però si sentivano presi in giro da quel ragazzino, tanto da rendersi protagonisti di entrate talvolta al limite del regolamento e talaltra ben oltre il consentito.
Verona – la città dove era arrivato dopo che era stato operato per ricostruire i legamenti crociati delle ginocchia – l’abbandonò molto presto, ma i guai lo perseguitarono ancora; un fugace passaggio all’Inter che lo girò all’Ajax, dove venne sorpreso da un grave infortunio che lo costrinse ad uno stop di sei mesi.
Ritorna in campo e si fa male di nuovo: ancora i ferri del dottore, l’umore che finisce sotto le scarpe ma il prato verde torna ad essere la sua casa, questa volta al Paranà, in Brasile, dove vi arriva il 26 Gennaio del 2011.
Cinque mesi e…stop, ma questa volta solo perchè rescinde il contratto trasferendosi al Nacional club del Minas Gerais, club dove però rimane molto poco.
Dal mese di Agosto Foquinha milita nel Fujieda MYFC, sperando di aver messo alle spalle gli infortuni, di non dover più versare lacrime amare in una stanza di ospedale o quando è alle prese con fisioterapie dolorose e difficili.
Del resto, tanti giocatori hanno passato le pene dell’inferno prima di diventare dei campioni, e l’esempio più importante porta il nome di Roberto Baggio, un ragazzo che non ha mai smesso di lottare, ha continuato per la sua strada stringendo i denti, consapevole che solo in questo modo ce l’avrebbe fatta.
Lui ci è riuscito, ora tocca a Kerlon.