Pazza Inter
Real Madrid, anatomia di una gestione fallimentare
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12 anni agoon
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RedazioneIeri era al Bernabeu è si è inscenato un dramma sportivo di proporzioni bibliche per il Real Madrid. Molti giornali parlano di fallimento di Moutinho, ma si dovrebbe parlare del flop di un sistema, quello del Real Madrid dei galacticos e di Florentino Perez, il demiurgo di questo fallimentare Real Madrid. Non si può imputare l’insuccesso in toto a José Mourinho, che comunque è riuscito a portare i bianchi madrileni a ben tre semifinali consecutive, anche se 15 milioni netti all’anno per per vincere un campionato, una Coppa del Re e una Supercoppa di Spagna (il carneade Shuster ha vinto all’incirca le stesse cose con una rosa ben più modesta) ci sembrano soldi buttati.
Florentino Perez ha letteralmente buttato alle ortiche 14 milioni per un giocatore discreto ma nulla più come Sami Khedira, ha speso 18 milioni per Mesut Ozil, un talento che quando il gioco si fa duro gioca a nascondersi, 25 milioni per Di Maria, altro giocatore impalpabile quando si tratta di mettersi sulle spalle la squadra. Sono un vero e proprio insulto all’intelligenza i 30 milioni spesi per un modesto cursore di fascia come il portoghese Coentrao (che ha lo stesso procuratore di Mourinho…), o i 10 milioni per l’oggetto misterioso Sahin del Borussia Dortmund che, ironia della sorte, tornato nella Ruhr fa panchina fissa…
Dall’altra parte c’era invece un club che dopo essere finito sull’orlo del fallimento ha deciso saggiamente di ripartire dai giovani e da una politica di contenimento dei costi. Sei milioni all’anno sono stati investiti nel vivaio, che ha prodotto il talento di Mario Goetze, Robert Lewandowski è stato preso per 4 milioni dal Lech Poznan, ora ne vale dieci volte tanto. I centrali difensivi Subotic e Hummels sono arrivati l’uno dal Magonza, ex squadra di Jurgen Klopp, e l’altro dal vivaio del Bayern Moanco, che adesso per assicurarselo dovrà svenarsi. L’unico acquisto oneroso è stato Marko Reus che è arrivato per 17 milioni dall’altro Borussia, quello di Moenchengladnach.
Ieri si è avuto l’ennesima dimostrazione che per vincere ed entrare nella leggenda (questo Borussia ci sta entrando) soldi, paperoni e sceicchi possono attendere…