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Milan, il Fattore P
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6 anni agoon
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RedazioneIn biologia se parliamo di Fattore P, intendiamo la proteina plasmatica ovvero quella che si trova disciolta nel sangue e serve a coagularlo rendendolo più liquido, facilitando il trasporto delle sostanze vitali per il nostro organismo. A Milanello il Fattore P, si avvicina molto alla descrizione e all’utilità biologica, anzi è addirittura doppio visto che porta le sembianze di Paquetà e Piatek, che dal loro arrivo sembrano aver portato nuova linfa vitale e nuovo sangue ossigenato e ripulito al nostro caro vecchio cuore rossonero. Il primo Fattore P porta sangue Carioca nel puro senso della parola, con tocchi di suola magici, tunnel e giocate brasileire che stanno scaldando la fine platea di San Siro in questo rigido inverno milanese. Paquetà però non è solo classe ma anche sostanza, inserito subito titolare tra i dubbi dei soliti soloni tranne il sottoscritto che lo aveva ampiamente annunciato, che sostenevano che 35 milioni per uno sconosciuto brasiliano in tempo di fair play finanziario fossero troppi pronosticando che il flop era dietro l’angolo, in un ruolo magari non proprio congeniale alle sue caratteristiche, sta dimostrando un intelligenza calcistica più europea che sudamericana e una notevole forza fisica nonostante la sua giovanissima età. Il tutto bagnato da assist gol come la miglior caipirinha brasiliana che hanno fatto scomodare paragoni scomodi come quello del mai dimenticato connazionale che indossava la maglia rossonera numero 22 Riccardino Kakà. Del suo noto predecessore ha simile i tempi di inserimento senza palla e un tempismo nel servire i compagni meglio piazzati, ma in realtà sono due giocatori molto diversi, Paquetà fa della tecnica e del gioco di prima la sua miglior dote mentre Kakà faceva della sua velocità di esecuzione nel dribbling la sua arma letale. Il secondo Fattore P arriva invece dall’est e al contrario del primo porta sangue nobile dei suoi avi prussiani che dominavano la bassa Slesia nei secoli passati. Piatek basta guardare il suo gelido sguardo, ha la freddezza tipica della gente di quella terra soprattutto sotto porta, dove il suo cinismo e il suo killer instinct quando vede un occasione da gol, lo hanno fatto subito ribattezzare dal suo allenatore Robocop. Tanto glaciali sono i suoi occhi, quanto calde sono le sue mani che agitano pistole fumanti ogni volta che il pistolero le mostra dopo ogni gol, reti che stanno arrivando uno dietro l’altra con una media monstre di uno ogni sessantadue minuti. Alla faccia di tutti quelli che pensavano me compreso ahime mi cospargo il capo di cenere, che far partire Higuain per una scommessa come il polacco fosse un enorme errore di mercato. Torniamo un attimo allo sguardo di Piatek, quegli occhi mi ricordano quelli di un altro ragazzo che veniva dall’est, che vestiva la numero sette rossonera e che nel Milan vinse tutto quello c’era da vincere segnando 175 gol. Scomodare gli dei si fa peccato, ad essere oggettivi per il momento ai due li accomuna la fame agonistica, la voglia di vincere e affermarsi oltre a un fiuto del gol decisamente fuori dalla norma, ricordiamoci però che il Pistolero ha ancora 23 anni e ampi margini di miglioramento. Di sicuro siamo passati dal Pipa in sovrappeso al duo PiPa che fa sentire il suo peso specifico solo sul terreno di gioco volando leggeri liberi tra i prati verdi di San Siro. L’impatto che i due hanno avuto in questo inizio d’avventura rossonera fino ad ora è stato devastante, ma non carichiamoli di troppe responsabilità e non facciamogli girar la testa con paragoni che ad oggi sono quantomeno fuori luogo. “Non con discorsi, né con le delibere della maggioranza si risolvono i grandi problemi della nostra epoca, ma col sangue e col ferro” diceva il grande cancelliere tedesco Otto Von Bismark, metaforicamente parlando sembra quasi si riferisse al nostro sangue pieno di proteine del nostro Fattore P Piatek&Paqueta…..e il ferro voi direte che c’entra? Quando hai davanti uno chiamato il Pistolero tutti i sogni sono realizzabili anche uno chiamato Champions League.
Il Milanologo
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