Serie A
Esclusiva: Marco Ballotta

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Redazione
Esclusiva: Marco Ballotta
Esclusiva: Marco Ballotta. L’ex portiere si racconta a Calcissimo. Dalla Lazio al Parma, tra aneddoti e riflessioni sul calcio di oggi.
Davide Sacchetti ha intervistato in esclusiva per Calcissimo.com Marco Ballotta, ex portiere storico del calcio italiano. Nel corso della sua carriera, Ballotta ha difeso le porte di squadre prestigiose come Parma, Brescia, Inter e Lazio, arrivando a giocare in Serie A fino alla straordinaria età di 44 anni. Successivamente, ha continuato a calcare i campi nelle categorie dilettantistiche, vestendo anche i panni dell’attaccante fino a qualche anno fa.
Ecco le sue parole su Lazio, portieri emergenti e ricordi della sua carriera.
Come sta vedendo la Lazio in questo momento?
“La Lazio la vedo bene, ha una posizione di classifica invidiabile e credo possa rimanere a quel livello fino alla fine del campionato. Al momento le dirette concorrenti, come Milan e Juventus, stanno affrontando delle difficoltà. Se la Lazio riuscirà a mantenere una certa continuità di risultati, potrà chiudere la stagione tra le prime quattro, che sarebbe un traguardo molto importante.”
Come valuta le critiche che sta ricevendo Provedel?
“Provedel ha fatto molto bene nelle ultime stagioni. È normale che possano capitare errori, come il rinvio sbagliato contro il Napoli, ma non bisogna mettergli la croce addosso. Le critiche mi sembrano esagerate.”
Le piace Di Gregorio?
“Passare dal Monza alla Juventus è un bel salto, ma lui ha le qualità giuste per restare a quei livelli. Certo, il rendimento di un portiere dipende anche dall’andamento della squadra. Io lo vedo in modo positivo: ha fatto bene al Monza e si sta confermando anche alla Juventus. È un portiere molto affidabile.”
Cosa si ricorda del suo glorioso Parma?
“È stato un periodo bellissimo. Abbiamo iniziato a vincere trofei importanti in una città che, fino a due anni prima, era in Serie B. Il secondo anno abbiamo battuto la Juventus in finale di Coppa Italia, mentre l’anno successivo abbiamo trionfato nella Coppa delle Coppe a Wembley. È stato un grande salto di qualità, sia per noi giocatori che per la società. A livello nazionale eravamo molto rispettati.”
Durante gli anni alla Lazio, chi era il giocatore che voleva vincere sempre?
“Non ce n’era uno in particolare. Ad esempio, Simeone non voleva mai perdere, ma come lui ce n’erano tanti altri. Durante gli allenamenti mettevamo anche dei soldi in palio e chi vinceva si segnava il punteggio su un foglio nello spogliatoio. A fine mese si facevano i conti. Questo metodo ci spingeva a dare sempre il massimo, tanto che spesso le partitelle finivano con qualche screzio. Alla fine, questa mentalità portava risultati anche la domenica.”
Ha mai ricevuto offerte dall’estero?
“Ho avuto solo una richiesta dalla Premier League prima di andare a Reggio Emilia.”
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