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Il punto di Capello su Milan e Juve

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Il punto di Capello

Il punto di Capello su Milan e Juve

Il punto di Capello su Mian e Juve: l’ex tecnico paragona le due situazioni che, seppur molto diversi, hanno dei tratti in comune.

Fabio Capello ha scritto un articolo su La Gazzetta dello Sport in cui ha fatto un’analisi molto approfondita della situazione di Milan e Juventus. Di seguito alcuni estratti:

“Se per due squadre che hanno fatto la storia del calcio, giocare la prossima Champions equivale a una vittoria, allora c’è qualcosa che non va. E se i due allenatori subentrati, Conceiçao e Tudor, sono destinati a salutare alla fine della stagione, allora siamo oltre la ‘semplice’ annata storta. Da entrambe le parti si sono verificati errori da non ripetere, con responsabilità da sottolineare e, in alcuni casi, anche da individuare”.

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La dirigenza del Milan

Capello parte dal Milan: “[…] tutto mi sembra complicato: la catena di comando, esattamente, qual è? Se l’allenatore scelto a inizio stagione finisce per non convincere, se le strategie di inizio stagione finiscono per non convincere, se le strategie di mercato non hanno funzionato, dovrebbe essere possibile individuare una figura dirigenziale che quei giocatori e quell’allenatore li ha scelti, invece in casa rossonera non è ancora chiaro chi fa cosa.

Ibrahimovic non è un dirigente ma un advisor della proprietà, eppure tempo fa ha detto che il boss è lui e che comanda lui. Tuttavia, le gerarchie nella scelta del nuovo ds sembrano andare in un’altra direzione, con l’ad Furlani in prima fila. Persino i tifosi sono in confusione, non sanno a chi dare davvero la colpa per una stagione che rischia seriamente di chiudersi senza un posto nella Champions che verrà”.

L’esonero di Motta

Infine si sofferma sulla Juventus: “Lì c’è una situazione più chiara, e di conseguenza sono più chiare anche le responsabilità: il dt. Giuntoli ha portato avanti un mercato da protagonista, spendendo oltre 200 milioni per rivoluzionare la squadra, ma il rendimento dei bianconeri non si è rivelato all’altezza delle aspettative (e dei soldi investiti).

Motta ha pagato come sempre succede in queste situazioni, ma ho l’impressione che Giuntoli adesso sia arrivato a un bivio: la società accetterebbe un’altra stagione deludente come questa? Ribadisco: la pazienza nei grandi club ha orizzonti limitati, è un discorso che vale per l’allenatore ma anche per i dirigenti […]”.

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