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Atalanta, Gasperini: “Ho pensato di andare via. Nazionale? Spalletti non è…”
L’allenatore dell’Atalanta ha parlato dell’offerta del Napoli e dell’arrivo di Zaniolo, soffermandosi anche sui deludenti Europei della Nazionale italiana.
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4 mesi agoon
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RedazioneMichele Capolupo (Calcio Style)
Atalanta, Gasperini: “Ho pensato di andare via. Nazionale? Spalletti non è…”
L’allenatore dell’Atalanta ha parlato dell’offerta del Napoli e dell’arrivo di Zaniolo, soffermandosi anche sui deludenti Europei della Nazionale italiana.
In una lunga intervista al Corriere dello Sport Giampiero Gasperini ha raccontato la sua ultima stagione, culminata con il trionfo in Europa League, e sulla possibilità che ha avuto di andare via dall’Atalanta.
L’offerta del Napoli
“In alcuni momenti della stagione avevo creduto che fosse arrivato il momento di dire addio all’Atalanta. Ho riflettuto sull’offerta del Napoli, ma volevo lasciare i nerazzurri senza polemiche. Abbiamo vinto l’Europa League e alla fine ha prevalso la voglia di rimanere. Ora a Napoli hanno Conte, ed i tifosi non possono essere dispiaciuti”.
L’arrivo di Zaniolo
Borriello mi ha telefonato per dirmi: “Mister, ho un giocatore forte che vuole venire in Serie A da lei. Fisicamente è una bestia. E’ Zaniolo.” Ho detto subito che mi piaceva e ne ho parlato con Percassi e D’Amico”.
La delusione della Nazionale italiana agli Europei
“Credo che Spalletti non sia riuscito a trasmettere certi principi, ma le ragioni di questo può saperle soltanto lui.
La Nazionale era svuotata, e questo è quello che ha fatto più dispiacere ai tifosi, perché ci siamo sempre distinti per avere un forte gruppo pur non avendo mai avuto a disposizione gente come Pelè, Maradona o Messi. Eppure la maglia dell’Italia l’hanno vestita palloni d’oro come Rivera e Baggio, quindi non sono mai mancati gli ottimi giocatori. Non bisogna buttare tutto all’aria, ma bisogna ripartire dalla lezione subita e dai vivai.”
I simulatori
“E’ una cosa che mi fa andare fuori di testa. Mi fa incazzare di brutto. Chi simula bara. Le mie proteste contro Immobile e Chiesa non erano personali. Il calcio è fatto di contrasti, e se un arbitro non è capace a valutare l’entità di un contrasto è meglio che cambi mestiere. Un’altra cosa che non mi piace affatto sono i retropassaggi: adesso il giocatore che tocca più volte il pallone con i piedi è il portiere. Il calcio deve essere proposto avanti e non all’indietro.”