Italia, Prandelli duro: “Calcio italiano indietro anni luce. Osvaldo? Devo riflettere…”

Sarà un mese caldissimo per la nazionale di Cesare Prandelli, radunatasi oggi a Coverciano per preparare al meglio gli impegni contro San Marino (amichevole a Bologna del 31 maggio) e Repubblica Ceca (gara valida per la qualificazione ai prossimi mondiali il 7 giugno). Il tutto con un occhio più che attento verso la Confederation’s Cup, che avrà luogo in Brasile dal 15 al 30 giugno. Ecco le parole del mister azzurro: “Le sensazioni sono buone, dobbiamo iniziare l’avventura col piglio giusto, la determinazione giusta: la maglia azzurra può far tornare l’entusiasmo ai ragazzi che saranno stanchi dopo un’annata dura.”

Su Osvaldo: “Voglio parlare con la Roma e i suoi dirigenti, e poi valuterò se applicare o meno il codice etico della nazionale. Voglio capire cosa è successo, poi prenderò le mie decisioni; potrei prendere provvedimenti.”

Sulla sfida con la Repubblica Ceca: “Non dobbiamo pensare alla Confederations Cup: prima c’è la gara sulla Repubblica Ceca che è fondamentale per il nostro cammino verso i Mondiali in Brasile.”

Sulla questione violenza: “Tutti vorremmo andare allo stadio con un altro atteggiamento: bisogna andare e godersi una partita di calcio, le violenze e il razzismo sono due problemi raccapriccianti del nostro calcio. Il calcio finisce con il triplice fischio, ciò che avviene dopo deve essere solo accettare il verdetto del campo”.

Ancora una volta, tocca alla Nazionale tenere altro il nome del calcio italiano: “Abbiamo iniziato tre anni fa questo progetto, abbiamo avuto delle risposte buone. Sul piano del gioco abbiamo dimostrato qualità ma dobbiamo alzare i ritmi perché è questo ciò che serve sul piano internazionale. Ai ragazzi dico sempre che abbiamo una maglia, quella azzurra, che ci unisce. Quando mettiamo questa maglia dobbiamo pensare solo a quella. Stiamo preparando le gare di qualificazione al Mondiale e la Confederation Cup. Abbiamo tante motivazioni e tutti hanno voglia di fare squadra”.

Sul livello del calcio italiano, indietro sul panorama europeo: “Siamo indietro, gli altri corrono e noi siamo rimasti a tirare i sassi al pullman…è tutto collegato e dobiamo riflettere a fondo sulla situazione del nostro calcio.Siamo lontani anni luce. Noi parliamo di vita o di morte, mentre in altri paesi c’è la gioia di prendere parte ad una festa. Si sente il senso d’appartenenza. Prima, durante e dopo la partita siamo lontani anni luce. Le partite sono come un libro: quando le inizi non sai mai cosa ti aspetta. A livello europeo vivi le partite sempre fino in fondo”

Su Pirlo: “Per me è una gioia vederlo in nazionale, è un esempio per i giovani e se sarà stanco valuteremo. In caso contrario lui è ancora al centro del nostro progetto”.

Sul modello calcistico tedesco: “Quello che occorre capire è come hanno dato vita a questo progetto, integrando varie realtà. Da questo mix nasce qualcosa d’interessante”.

Sull’addio polemico di Gigi Riva alla nazionale: “Ci siamo sentiti e ho cercato di fargli capire che questa porta per lui è sempre aperta e che allo stesso tempo non ci chiuda la possibilità di avvalerci della sua esperienza. Quello in Brasile per lui sarebbe il decimo Mondiale in azzurro”.

Di cosa avrebbe bisogno il calcio italiano per raggiungere un livello più alto: “Il nostro campionato ha espresso un buon calcio; ma non basta! Servono giocatori di qualità, non si puà giocare solo con aggressività e intensità. C’è bisogno di più qualità.”

Chiusura ancora su Osvaldo, caso del giorno: “Il suo comportamento può pesare, certamente. Prenderò una decisione in tempi brevi.”