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Kowalczyk, quando l’eroismo fa storia
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11 anni agoon
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RedazioneJustina Kowalczyk ha vinto l’oro nella 10 km di fondo di tecnica classica con un piede leggermente fratturato. La sciatrice polacca, però, non è la prima ad aver compiuto un’impresa così titanica: nei libri di storia delle Olimpiadi invernali si rinvengono ben altri cinque casi.
1- Cortina d’Ampezzo 1956: Tenley Albright vinse il primo oro degli Stati Uniti nel pattinaggio di figura (battendo la connazionale Carol Heiss) con un profondo taglio alla caviglia causato durante gli allenamenti. Va detto che il padre chirurgo l’aiutò non poco nel recupero
2- Sarajevo 1984: il sovietico Aleksandr Kozhevnikov segnò, con la cavigla slogata, la marcatura decisiva nella finale di hockey contro la Cecoslovacchia. Qualche anno più tardi, ma non in un evento olimpico, fece similmente Evgeny Belosheikin, leggenda russa dell’hockey suicidatosi a soli trentatrè anni
3- Nagamo 1998: la coppia russa di pattinaggio artistico composta da Oksana Grishuk e Evgeny Platov si scontrò in allenamento con l’altra coppia formata da Anjelika Krylova e Oleg Ovsiannikov. Da questò impatto ne ebbe la peggio la povera Oksana la quale non si lasciò scoraggiare dal dolore ed entrò in pista due giorni dopo vincendo il secondo oro olimpico consecutivo in questa specialità
4- Vancouver 2010: momento terribile per Petra Majdic. Durante le prove libere del circuito di fondo, la sciatrice slovena precipitò in un burrone riportando la frattura di quattro costole: nonostante questo, qualche giorno più tardi riuscì a montare sugli sci e chiudere al terzo posto la gara. Un bronzo non è mai stato così prezioso
5- Sochi 2014: e veniamo ai giorni nostri con Mark McMaris. Lo statunitense si frattura una costola ma riesce a portare a casa la missione vincendo il bronzo nello slopestyle
Se non è coraggio questo…
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