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Milan, tutto quello che Galliani non dice: ecco le vere ragioni della crisi rossonera

Published
11 anni agoon
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Redazione
Mentre tifosi, giornalisti e addetti ai lavori processano Seedorf e i suoi giocatori all’indomani della Caporetto europea in terra spagnola, nessuno o quasi invece punta il dito contro colui che il principale responsabile della triste condizione del Milan attuale, ovvero Adriano Galliani.
L’Ad rossonero, dopo anni di trionfi e di sensazionali colpi di mercato, ha cominciato a collezionare una imbarazzante serie di battute a vuoto, che, una dopo l’altra, hanno fatto sprofondare il Diavolo un Inferno dantesco dal quale non sarà affatto semplice risalire.
Nessuno è infallibile, certo, tutti possono sbagliare ed hanno il sacrosanto diritto di farlo, Galliani compreso. Ma, se sbagliare è umano, perseverare nel difendere alcune scelte indifendibile è ancor più che diabolico. Cominciamo dall’acquisto, rivelatosi inutile e soprattutto dannoso per le già non ricchissime casse societarie, di Alessandro Matri per 13 milioni di euro dalla Juventus.
Juventus che con i soldi incassati dalla cessione dell’attaccante di Sant’Angelo lodigiano ci paga giusto giusto il cartellino di Carlitos Tevez, lui sì un top player. Quel Carlitos Tevez che Galliani aveva in pugno ormai tre stagioni or sono e che adesso segna e dà spettacolo con la casacca bianconera addosso.
Di Matri invece, sappiamo tutti cosa ne è stato: scaricato in prestito secco alla Fiorentina dopo una manciata di presenze e la miseria di un gol in rossonero. Per non parlare poi del tragicomico Urbi Emanuelson, sbarcato a Milanello per imposizione di Mino Raiola più che per scelta consapevole di Galliani.
E come dimenticare il baby-fenomeno Mbaye Niang, che il buon Adriano, con una punta appena percettibile di autocompiacimento, sottolineava fosse costato meno di Pogba. E ci mancava pure che costasse di più! Arriviamo infine a quella che è, a nostro avviso, la principale e più pesante colpa che si possa muovere a Galliani e cioè quella di aver lasciato Andrea Pirlo libero di accasarsi alla Juventus facendone le fortune, per una ragione tanto banale quanto incomprensibile: la durata del rinnovo di contratto offerto al regista bresciano ormai tre estati fa.
Pirlo chiedeva un triennale, Galliani non volle andare oltre il prolungamento annuale, salvo poi proporre a Bonera, mica Beckembauer, proprio un triennale. Ma Adriano tutto questo non lo dirà mai. Basta ricordare che il Milan è il club più titolato al mondo. Quando ha conquistato l’ultimo di questi titoli invece non importa.