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Nome in codice ‘Maria’: il processo Fuentes travolge Mario Cipollini
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12 anni agoon
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RedazioneDa ‘SuperMario’ a ‘Maria’. Così veniva indicato il velocista italiano Mario Cipollini nelle carte del Dottor Fuentes, il medico spagnolo sotto processo a Madrid per aver somministrato EPO e sostanze dopanti ad atleti di varie discipline sportive. Secondo quanto rivelato stamane dalla ‘Gazzetta dello Sport’, le carte in mano agli inquirenti lascerebbero pochi dubbi in merito: nei documenti ci sarebbero infatti il numero di fax di casa sua a Lucca.
Quella che sarebbe una macchia indelebile nella carriera ricca di successi del velocista, considerato unanimemente il più forte degli ultimi 20 anni, si riferisce all’anno 2002, quando il ciclista toscano si aggiudicò la Milano-Sanremo, la terza Gande-Wevelgem della carriera e soprattutto, nel mese di ottobre.
Secondo le tabelle ritrovate dalla Guardia Civil spagnola e in mano a Fuentes, la chiave di quel successo in maglia azzurra sarebbero tre sacche di sangue da 250 ml. Dal 20 al 24 settembre Cipollini procede a un prelievo, e nello stesso periodo si reimmette una sacca di sangue ‘ripulito’ dalle scorie, solo parte corpuscolare.
Nella sua tabella, Fuentes indica larco di tempo utile per questa operazione. Mancavano tre settimane alla prova iridata, Cipollini ha concluso il 14 settembre la Vuelta. Si ritira all8ª tappa: “Mi sento al massimo. – disse – Non voglio intaccare una condizione che è già ottima. Ormai penso di conoscermi, so come gestirmi. E so come allenarmi a casa, se ho saputo vincere dopo 100 giorni di assenza. Al Mondiale manca un mese. Ho bisogno di fare un certo tipo di allenamenti per quel percorso”.
Nella settimana del Mondiale, infine, Cipollini potrebbe essersi iniettato unaltra sacca di sangue: probabilmente il 9 ottobre, a Salice Terme, prima di partire per il Belgio, e dopo i controlli della Federazione previsti per il mattino alle 7. La corsa iridata si svolge domenica 13 ottobre, e viene vinta dal velocista azzurro. Per ora Cipollini non ha voluto commentare, riservandosi di farlo dopo aver letto le carte del processo.