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Oscar Pomilio Forum, Kathleen Kennedy: “La politica pensa al PIL e dimentica la gente”

Published
11 anni agoon
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Redazione
La nipote di Jfk e figlia di Robert nella sua lectio magistralis all’Oscar Pomilio Forum di Pescara parla di diritti civili e della lotta alla corruzione di suo padre
Kathleen Kennedy e il ricercatore Benedetto Falsini premiati con l’Ethic Award.
«Il Pil misura tutto tranne quello per cui la vita vale la pena di essere vissuta. La sfida di questo millennio è combattere questo capitalismo senza freni che è come un’infezione che continua a diffondersi. Abbiamo consentito alla nostra politica di pensare al Pil e non alla felicità della gente». È una lectio magistralis che muove i passi dalla sua prima infanzia quella tenuta da Kathleen Kennedy Towsend nel corso dell’Oscar Pomilio Forum svoltosi ieri, 10 marzo, presso l’Aurum di Pescara.
È stata lei l’ospite d’onore della terza edizione dell’evento moderato da Marco Carminati, responsabile delle pagine d’arte dell’inserto culturale Domenica del Sole 24 ore. L’appuntamento nel corso di questi anni, di aprire una riflessione vera e profonda su etica e merito, temi che il consigliere d’Amministrazione della Rai Rodolfo De Laurentiis ha definito «parole ormai vuote e il cui significato va invece recuperato».
In un momento di crisi non solo economica, ma anche sociale, l’agenzia Pomilio Blumm ha scelto di puntare sul bisogno di recuperare valori che aprano il futuro ad una nuova “era della fiducia”. «Alla base di questa – ha detto il presidente Franco Pomilio – ci sono le idee. Le idee e la capacità di realizzarle sono ciò che è necessario per uscire dalla crisi più difficile: quella dell’incompetenza. Abbiamo portato oggi – ha aggiunto – le competenze di chi ha idee, lavora con le idee e custodisce delle idee».
Kathleen Kennedy Towsend è certamente custode di idee che, ha concluso Pomilio, «hanno cambiato la società americana» e che lei ricorda soprattutto per quella lotta alla corruzione contro cui suo padre, Robert Kennedy e suo zio, John Fitzgerald Kennedy, hanno combattuto «grazie alla capacità e la volontà di mettersi nei panni degli altri. Avevo tre anni quando mio padre era a capo della Commissione del Senato per la lotta al racket – ha raccontato – Lo chiamavano ‘lo spietato’. Alle elementari alcuni criminali minacciarono di gettare acido nei miei occhi e in quelli di mio fratello. Restavo nella stanza della preside, mentre tutti erano fuori a giocare e non potevo mai uscire di casa. Quello che ho imparato – ha proseguito – è che quando si vogliono fare cose difficili bisogna affrontare dei pericoli. Se volete un’Europa unita dovete mettervi nei panni degli altri, di chi non è voluto e capire che l’immigrazione porta energia. Se pensate al significato dell’europa non pensate al passato, ma al futuro. La storia vi giudicherà con il passare degli anni e voi giudicherete voi stessi». La Kennedy ha anche voluto mandare il suo augurio al nuovo Presidente del Consiglio Matteo Renzi grazie al quale ha aperto una sede della sua fondazione per la lotta dei diritti umani a Firenze: «Le mie aspettative? Attendete e vedrete. A livello personale sono molto contenta per lui e spero che anche voi riuscirete ad apprezzarlo quanto l’apprezzo io».
Etica e merito che, come sottolineato nel corso dell’incontro da Franco Pomilio, passa per molti ambiti ed è per questo che l’Ethic Award di quest’anno oltre che alla Kennedy, impegnata con la sua fondazione nella lotta per i diritti civili, è andato a Benedetto Falsini, ricercatore presso il National Health Institute di Washington e Responsabile del centro di Degenerazioni retiniche del Policlinico Gemelli di Roma che da anni porta avanti uno studio sperimentale, che ha già dato grandi risultati, sulla cura delle retinopatie a base dei principi dello zafferano di Navelli: «Questa statua – ha detto Falsini mostrando un’immagine in cui era riprodotta l’opera raffigurante Giovanni Paolo II posta proprio davanti al Gemelli – ha sempre colpito la mia attenzione per un particolare: la croce con cui il Papa rompe il terreno davanti a lui. E’ un’immagine simbolica della sua vita che ha sempre ispirato la mia vita di ricercatore. La mia passione, il mio desiderio è sempre stato quello di fare qualcosa di grande, qualcosa che aprisse la strada verso il futuro. La mia è una missione etica». Le idee spaziano in tutti i campi e quella dell’Oscar Pomilio Forum è stata anche l’occasione per comprendere come il merito conti in ogni ambito, anche quello della cucina, rappresentato ieri dallo chef Davide Oldani che per l’occasione ha presentato il suo nuovo cioccolatino, dedicato alla Pomilio Blumm, a base di cioccolato fondente, fichi e olio di oliva. Dopo di lui il dibattito ha affrontato uno dei temi più caldi del momento: la libertà di stampa e il precariato nel giornalismo. A parlarne sono stati la corrispondente di Die Welt, Segretario Nazionale dell’Associazione Stampa Estera Constanze Reuscher e De Laurentiis con la prima che ha ammesso le difficoltà di chi oggi si avvicina a questa professione aprendo alla sfida cui chi ha avuto la fortuna di «poter fare davvero questo lavoro, deve dare il suo contributo: permettere ai giovani di vivere a pieno questa professione che è alla base di ogni società civile». La giornata si è conclusa proprio con i giovani: gli artisti Under 20 del Blumm Prize Art Award premiati dal direttore di Sky Arte Roberto Pisoni. Vincitore assoluto, tra tutti i ragazzi dei licei europei e del bacino mediterraneo partecipanti, è stato Edoardo Serra, di Livorno, con la sua opera di street art “The Wall”.