Roma, in amore vince chi fugge?

Di Andrea Caleca

Il 4 maggio 2021, nello stupore generale Jose Mourinho veniva annunciato come nuovo allenatore della Roma. Tre anni di passione, sfrenata e incondizionata, che ha evidenziato un sentimento, tanto inspiegabile, quanto, controverso e paradossale. Un odi et amo, odi se pensiamo a Budapest, a Bodo, ma anche, alle tante débâcle, sorprendenti, registrate durante queste stagioni. Amo, non basta “Tirana” e le notti magiche Europee regalateci dallo Special One, perché, questa volta all’ombra del Colosseo quell’amore sfrenato per questa squadra è maturato divenuto infinito. Un legame sublimato dall’indole irascibile ed egemone di un uomo che ha saputo conciliare bastone e carota, come mai nessuno prima, e a far comprendere che esiste una sola cosa la Roma, “ Cosa sei perme, spiegarlo non è facile, una parola sola, tu sei la Roma”(M. Conidi). Non basta, altresì, un numero, trentasei, i soldout, consecutivi, dell’olimpico a spiegare, sia l’amore, incondizionato, dei tifosi, che la cecità dei Friedkin, che hanno permesso a Mourinho di arrivare alla terza stagione giallorossa e a parlare di “rinnovo”. Mourinho arrivato, a Trigoria, con aspettative altissime, presentato come colui che doveva regalare il definitivo salto di qualità ai giallorossi a stento è riuscito a garantire gli standard, da top, che aveva espresso in passato. Roma per il genio di Setubalrappresentava una sfida, sicuramente, complessa, ma allo stesso tempo, era la piazza migliore per rilanciarlo nel mondo del “pallone” che tanto gli aveva donato. Statistiche, alla mano, i risultati non premianono l’allenatore Portoghese, ma sicuramente gli va riconosciuto il merito di aver creato quella “famiglia”, che spesso, come in tutte le famiglie è fatta di felicità, ma anche di dolori e incomprensioni, senza trascurare il problema, non indifferente, del bilancio delle squadre di calcio della serie A. Dopo Budapest e le ultime dichiarazioni di domenica, post Bologna, è lecito chiedersi chi tragga più benefici da un possibile proseguo di questo “matrimonio”.