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Samp, Ferrara: “Grazie Napoli, ma ora penso solo alla mia squadra”
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12 anni agoon
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RedazioneL’amarcord sarà d’obbligo per Ciro Ferrara che domenica affronterà il suo Napoli, il club in cui è cresciuto e dove ha vinto il primo scudetto della sua carriera. In un’intervista rilasciata al quotidiano “Roma” le impressioni del tecnico della Samp.
Che partita sarà per lei?
“Dovrò cercare di essere molto lucido e molto freddo in quelli che sono i sentimenti, la mia storia con il Napoli e le mie origini. Oggi mi trovo in un ruolo fondamentale alla guida di una squadra importante che sta facendo grandi cose. I sentimenti bisogna saperli gestire nella maniera giusta. Non è una partita come le altre, ma ci sono in palio tre punti che entrambe le formazioni vogliono. Non credo che il Napoli abbia intenzione di interrompere il proprio percorso e sinceramente neanche io. Tutti i calciatori che andranno in campo avranno voglia di vincere la partita”.
Ha già visto il dvd di Napoli- Lazio?
“Non ancora, siamo tornati tardi da Roma e poi ci siamo subito allenati. Lo guarderò con attenzione ma mi bastano i filmati televisivi per capire come è forte il Napoli. La partita parla chiaro. Gli azzurri hanno battuto una Lazio che in precedenza aveva dettato legge”.
Sicuramente i suoi dovranno stare attenti a Cavani, forse ci vorrebbe il Ferrara di ventanni fa per fermarlo.
“Ormai non esiste più la marcatura a uomo, il calcio è cambiato. Cavani, poi, è un giocatore che va a cercarsi la posizione. È molto mobile, svaria ovunque. Dovremmo essere bravi a difendere come reparto e non certo mettergli un uomo addosso a tutto campo. Io oggi avrei avuto difficoltà a giocare come facevo quando vincevo con la maglia del Napoli”.
Certo è che il Matador non ne vuole sapere di fermarsi.
“Con la tripletta alla Lazio ha dimostrato ulteriormente la sua grandezza. Lui, poi, è uno che torna a dare una mano in difesa addiruttura fino alla bandierina del calcio dangolo. Vuol dire che è un campione completo. Ormai non esiste più lattaccante che resta avanti aspettando il suo momento. In molti dovrebbero prendere esempio da Cavani”.
Un campione così De Laurentiis non se lo poteva far scappare. Ha letto quanto vale e quanto guadagna a stagione?
“Se vuoi competere con le big nazionali e internazionali non puoi prescindere da calciatori come luruguaiano. Il presidente, tenendo presente le linee guida del fair play finanziaro, doveva fare una scelta. Credo abbia fatto quella giusta. Cavani, oltre a migliorarti la squadra, ti dà molto dal punto di vista dellimmagine. I grandi campioni vanno pagati. Ormai in Italia la maggior parte dei top player vanno altrove, De Laurentiis si è tutelato con una clausola importante con la speranza che non arrivi uno sceicco con un assegno di sessanta milioni di euro. Ma credo che gli interessi del giocatore siano altri”. Lazzurro lei ce lha nel cuore, quanto sarebbe felice se il Napoli vincesse il terzo scudetto? “Sarebbe il coronamento di un percorso fatto dalla società che è stata ricostruita in toto, il percorso di giocatori che sono cresciuti insieme. Sarebbe il suggellamento dopo anni di sacrifici e di periodi molto difficili. Me lo auguro di vero cuore”.
Dopo il successo sulla Lazio è davvero lanti-Juve il Napoli?
“Credo che non cera bisogno della vittoria di mercoledì per capire le qualità degli azzurri. Il Napoli è rimasto forte anche dopo Catania. È stato criticato dopo il pareggio e non è giusto. Napoli deve abituarsi a non avere sbalzi di umore. Ci vuole equilibrio e fidarsi di un gruppo che ha alle spalle mesi e mesi di lavoro. Va detto che il tricolore se lo gioca di sicuro con la Juventus. Mi auguro che questo percorso la squadra partenopea lo possa continuare dopo la Sampdoria (sorride)”.
Nella sua Samp non ci sono top player eppure è terza in classifica. Se lo aspettava?
“Se torniamo al 12 luglio credo che nessuno avrebbe messo in preventivo undici punti in classifica dopo cinque giornate. Sono dieci per la penalizzazione. Non va dimenticato che siamo imbattuti pur avendo fatto tre trasferte. Devo dire che man mano che passavano i giorni ho capito di avere a disposizione dei grandi calciatori. È una squadra giovane e in quanto tale devo ancora capire come reagirà nei momenti difficili. Quindi vedremo, speriamo di averli tardi anche se domenica arriva un grande Napoli sulla carta”.
Allora lo teme il Napoli?
“Certo, così come il Milan e la Roma. Eravamo spacciati sulla carta e poi è finita come sa”.
Dopo cinque turni che idea ha di questo campionato?
“La classifica dice che qualche big è in difficoltà ma sono convinto che con il passare delle giornate tutto si aggiusterà. Le milanesi recupereranno e lotteranno per i primi posti. Noi faremo un altro tipo di campionato con la speranza di poter essere la sorpresa dellanno”.
Restando in tema napoletani, avrà come avversario anche Paolo Cannavaro, il capitano che ha alzato la Coppa Italia.
“Sono felice per lui. Io non lho fatto con i trofei vinti perché ero ben rappresentato da Maradona. Paolo sta facendo la storia del calcio a Napoli. Come quelli che lhanno preceduto. Tutti hanno reso onore alla maglia azzurra. Ha superato un momento difficile, so che cosa significa per un napoletano trovarsi in certe situazioni”.
Hamsik, Cavani, Pandev, questi campioni dicono che il merito dei successi è di Mazzarri.
“Il percorso a cui facevo riferimento passa attraverso la guida tecnica di Walter. La crescita, le vittorie, la competitività ci sono grazie al suo allenatore che ha saputo gestire una piazza difficile come quella napoletana”.
Lei ha allenato la Juve, oggi è alla Sampdoria. Ma in un futuro vorrebbe sedere sulla panchina del Napoli?
“Non rispondo a questa domanda, sarebbe il titolo del giornale. Provate ad immaginare… “.
Vabbè, ha fatto un bel dribbling che da calciatore non era il suo forte. Ha la possibilità di lanciare un messaggio ai suoi concittadini.
“Ho dei ricordi bellissimi della mia carriera in azzurro e anche di quelli che sono state le sfide da avversario. Credo che di essermi sempre comportato nella maniera giusta. Sono stato rispettoso. In questo momento ci sono obiettivi divergenti. La mia gente mi ha reso famoso ma oggi sono lallenatore della Samp e devo pensare alla mia squadra e come cercare di mettere in difficoltà un grande Napoli”.