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Svizzera-Italia, le parole di Infantino

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“All’Olympiastadion di Berlino (sì, quello della finale della Coppa del Mondo Fifa del 2006…), stanno per scendere in campo Italia e Svizzera. Guarderò la partita con particolare attenzione. Sono italiano. Sono svizzero. Sono il presidente della Fifa ma soprattutto sono un appassionato di calcio”. Lo scrive il presidente della Fifa, Gianni Infantino, in un intervento sulla Stampa.

“Se penso a quanto sta per accadere, con la mente torno subito indietro fino agli anni Ottanta del secolo scorso. Per la precisione – scrive Infantino – al novembre 1984, la mia prima Svizzera-Italia da spettatore. Un’amichevole. Si giocava a Losanna, avevo 14 anni, per il calcio provavo già  un amore enorme e sconfinato. Ricordo molte cose di quel giorno di quasi quarant’anni fa. Cito, in ordine sparso: per l’Italia Tancredi in porta, il gol di Cabrini, l’adorato Paolo Rossi titolare, così come il mio idolo assoluto Altobelli; per la Svizzera il gol su punizione di Bregy, nato praticamente dove sono nato io. Io a Briga, lui a Raron, ma devo ammettere che sapesse giocare molto meglio di me. Quella sfida è terminata 1-1 e io me ne sono andato abbastanza soddisfatto dallo stadio”.

Il numero uno del calcio mondiale continua: “Dovevo correre in stazione per prendere il treno e tornare a casa, ma evidentemente non ero l’unico a dover rientrare, perché proprio fuori dalla stazione di Losanna ho incontrato Wolfisberg, il commissario tecnico della Svizzera. Ero con degli amici, diciamo che nessuno di noi è mai stato timido, quindi lo abbiamo avvicinato, iniziando a parlare della partita. ‘Uno a uno, non male dai’. ‘Ragazzi, vi fermo subito, perché una cosa ve la voglio proprio dire’. Lo fissavamo con grande curiosità, ma non abbiamo dovuto aspettare molto per ascoltare il resto del suo discorso. ‘Insomma, ragazzi, se avessi avuto io Paolo Rossi e Altobelli, avrebbe vinto sicuramente la Svizzera’. E mentre lo diceva, ci ha fatto l’occhiolino. Forse perché  indossavamo tutti la maglia azzurra. O forse perché gli avevamo appena parlato in dialetto svizzero-tedesco. Ma, a pensarci ancora oggi, era molto più divertito che confuso. Nella formazione dell’Italia c’erano anche Beppe Bergomi e Antonio Di Gennaro, che stanno per raccontare in telecronaca la partita agli italiani”.

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