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Szczesny: “Non potevo dire no al Barcellona”

“Quando ho ricevuto la chiamata del Barcellona ho subito guardato mia moglie sperando mi dicesse “non farlo”. Ma non sono capace di dire no ai blaugrana”.

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Davide Giordana

Szczesny: “Non potevo dire no al Barcellona”

“Quando ho ricevuto la chiamata del Barcellona ho subito guardato mia moglie sperando mi dicesse “non farlo”. Ma non sono capace di dire no ai blaugrana”.

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In una lunga intervista a ‘Mundo Deportivo’, Szczesny si è soffermato soprattutto sul perché ha deciso di fare un passo indietro accettando il Barcellona.

Il portiere polacco aveva, come noto, annunciato da pochissimo tempo l’addio al calcio. Un ‘appendere le scarpe al chiodo’ durato poche settimane.

Di seguito le parole dell’ex numero uno della Juventus.

La convinzione di smettere

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“Il giorno prima che Ter Stegen si facesse male ero sicuro al 100% che non sarei mai tornato indietro sui miei passi sulla decisione di smettere di giocare a calcio, ma quando ho ricevuto la chiamata del Barça, ho guardato mia moglie sperando che mi dicesse “non farlo”. 

Il problema è che non sono capace di dire no al Barcellona. La storia del club e il privilegio che provo nell’indossare questa maglia é ciò che mi ha fatto cambiare decisione e tornare sui miei passi, non credo che lo avrei fatto per nessun’altra squadra”.

Obiettivi e nessun divertimento

“Mi piacerebbe vincere due o tre trofei che non ho mai vinto prima, come la Liga, la Coppa del Re ed ovviamente la Champions League.

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Ne vorrei alzare al cielo almeno due e poi potrò finire la mia carriera pensando di aver fatto qualcosa di incredibile in quell’ultimo anno. La verità è che sono venuto qui per vincere, non per divertirmi”.

Non ancora pronto

“A Peña ho detto che la mia priorità è aiutarlo perché non sono pronto per giocare. Sono stato in vacanza per due mesi e ho bisogno di tempo per poter tornare al livello necessario per difendere al meglio questa maglia. Ecco perché non vorrei affrettare i tempi”.

Il Barcellona come i bianconeri di Andrea Pirlo

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“So di non essere il tipico portiere del Barcellona, ma per certi versi il modo in cui i blaugrana impostano da dietro è molto simile a quello che Pirlo voleva ai tempi in cui allenava la Juventus. 

Il modo di giocare non è molto complicato per un portiere e sicuramente non avrò problemi: anche se sarò io che dovrò adattarmi allo stile del Barça e non viceversa”.

Buffon ed il suo insegnamento

“Da Buffon ho imparato l’equilibrio fra l’essere gentili ed esigenti con i propri compagni di squadra perché se io do tutto me stesso in campo ho bisogno che anche il mio compagno di squadra mi aiuti e dia il proprio 100%. Gigi è un esempio non solo per i portieri ma per tutti i giocatori del mondo”.

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