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UEFA: Procedimento disciplinare contro Romania e Kosovo per i fatti di Bucarest

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UEFA: Procedimento disciplinare contro Romania e Kosovo per i fatti di Bucarest

di Giuseppe Petruzzini

La UEFA ha avviato un procedimento disciplinare contro le federazioni calcistiche di Romania e Kosovo in seguito agli eventi verificatisi durante una partita di Nations League a Bucarest. L’incontro, terminato in circostanze caotiche, è stato sospeso nei minuti di recupero dopo che i tifosi rumeni avrebbero intonato cori di sostegno alla Serbia, rivolti provocatoriamente ai giocatori kosovari.

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L’interruzione della partita

Sul punteggio di 0-0 e a pochi secondi dalla fine, i calciatori del Kosovo hanno deciso di abbandonare il campo, sostenendo di non sentirsi al sicuro e privati della dignità necessaria per proseguire. La partita è stata inizialmente sospesa e, dopo un’ora di attesa, definitivamente abbandonata poiché i giocatori kosovari non hanno fatto ritorno sul terreno di gioco.

La Federazione calcistica del Kosovo (FFK) ha condannato il comportamento dei tifosi rumeni, definendolo “irresponsabile e discriminatorio”, e ha accusato l’organizzazione della partita di non aver garantito un ambiente sicuro per i propri giocatori.

La posizione della Romania

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In risposta, la Federazione calcistica rumena (FRF) ha respinto le accuse di razzismo, sostenendo che durante la partita non sarebbero stati uditi cori discriminatori o razzisti. La FRF ha invece definito “deplorevole” la decisione della squadra kosovara di abbandonare il campo, contribuendo così all’interruzione del match.

Il ruolo della UEFA

La UEFA ha annunciato l’apertura di un procedimento disciplinare contro entrambe le federazioni coinvolte, dichiarando che ulteriori dettagli sul caso saranno resi noti a tempo debito. L’episodio rappresenta un caso delicato, non solo per le dinamiche sportive, ma anche per il contesto politico e storico che lega i due Paesi.

Il contesto politico: Kosovo e Serbia

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Il Kosovo ha dichiarato unilateralmente l’indipendenza dalla Serbia nel febbraio 2008, dopo anni di tensioni etniche e politiche. Durante lo scioglimento della Jugoslavia negli anni ’90, il Kosovo chiese l’indipendenza, provocando una brutale repressione da parte della Serbia. La situazione culminò nel 1999 con una campagna di bombardamenti della NATO contro la Serbia.

Ad oggi, l’indipendenza del Kosovo è riconosciuta da circa 100 Paesi, tra cui il Regno Unito, ma non dalla Romania né dalla Serbia. Per prevenire tensioni, la UEFA e la FIFA hanno stabilito che le due nazionali non possano affrontarsi nelle competizioni internazionali.

L’episodio di Bucarest evidenzia come le tensioni politiche e storiche possano ancora influenzare il mondo dello sport. Mentre la UEFA cercherà di fare chiarezza sui fatti accaduti e di stabilire eventuali responsabilità, l’episodio sottolinea la necessità di mantenere il calcio uno spazio di rispetto e inclusione, anche in contesti complessi.

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