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VAR a chiamata: La FIGC avanza la proposta all’IFAB per la sperimentazione

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VAR a chiamata: La FIGC avanza la proposta all’IFAB per la sperimentazione

di Giuseppe Petruzzini

La FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio) ha deciso di fare un passo avanti verso un’innovazione importante nel mondo del calcio, proponendo all’IFAB (International Football Association Board) la possibilità di sperimentare il “VAR a chiamata”. La richiesta ufficiale, inviata nelle scorse settimane, mira a introdurre questa nuova modalità di utilizzo della tecnologia VAR nei campionati di Serie C e nelle competizioni giovanili.

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Una risposta alle polemiche arbitrali

La proposta nasce in un contesto di forti polemiche arbitrali che, da tempo, infiammano il calcio italiano. Errori decisivi e decisioni controverse, nonostante l’uso della tecnologia, hanno riacceso il dibattito sulla trasparenza e sull’efficacia del sistema VAR. Di fronte alle continue critiche da parte di società, tifosi e addetti ai lavori, la FIGC ha colto l’occasione per promuovere una nuova forma di utilizzo della moviola in campo, che coinvolgerebbe direttamente le squadre.

Come funzionerebbe il VAR a chiamata?

Il concetto del “VAR a chiamata” prevede che le squadre possano richiedere l’intervento della tecnologia in determinate situazioni di gioco. Analogamente a quanto accade in altri sport, come il tennis o il basket, le società avrebbero a disposizione un numero limitato di “chiamate” per chiedere la revisione di un episodio dubbio. La proposta della FIGC non solo rappresenterebbe una novità storica nel calcio, ma si pone anche l’obiettivo di ridurre le tensioni tra arbitri e squadre, offrendo una nuova forma di partecipazione al processo decisionale.

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Italia pioniera dell’innovazione

Ad oggi, l’Italia è l’unica nazione tra quelle che già utilizzano il VAR ad aver avanzato una proposta concreta all’IFAB per l’introduzione della versione “a chiamata”. Questo posizionerebbe il calcio italiano all’avanguardia nell’evoluzione tecnologica del gioco. Secondo quanto riportato da alcune fonti vicine alla FIGC, l’obiettivo della federazione sarebbe quello di testare il nuovo sistema in competizioni meno esposte mediaticamente, come la Serie C e i campionati giovanili, per valutarne l’efficacia e l’impatto sul gioco.

La risposta dell’IFAB e il futuro della sperimentazione

Resta ora da vedere come risponderà l’IFAB a questa proposta. L’ente, che è l’unico organismo in grado di modificare le regole del gioco, ha già in passato mostrato apertura verso la sperimentazione di nuove tecnologie, come dimostrato dall’introduzione del VAR stesso. Tuttavia, l’adozione del “VAR a chiamata” richiederà un’attenta analisi delle dinamiche di gioco e degli effetti che potrebbe avere sull’andamento delle partite.

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In ogni caso, la proposta della FIGC è destinata a far discutere e potrebbe rappresentare una svolta cruciale per il futuro del calcio, non solo in Italia, ma a livello internazionale.